Spesso molte persone mi chiedono quale sia il segreto, se ne esiste uno, per scrivere una storia realmente evocativa e quando io rispondo loro che il cuore è l'ultima delle cose che serva si mostrano perplesse. Molti scambiano il Talento per l'anima, forse perchè sono tante quelle false interviste fatte ad autori nostrani più o meno noti che affermano senza mezzi termini di essere quasi toccati dalla grazia divina, di scrivere seguendo i battiti del proprio cuore e robe del genere. Inutile dire che chi sciorina queste frasi è un ingenuo se non un perfetto mentecatto della penna. Lo dico chiaro e tondo: chi scrive col cuore e "ascoltando i battiti delle proprie emozioni" non è uno scrittore, ma una persona senza talento. Le emozioni, da sole, non hanno valore perchè se cominci una storia senza aver mai letto altro che i soliti noti, scriverai probabilmente qualcosa di scontato e talmente noioso da rasentare il ridicolo. Perchè? Perché non si può scrivere un Fantasy avendo letto solo Tolkien e poco altro. Senza contare che spesso l'aspirante scrittore dovrebbe rivolgersi a narrativa di un certo livello. La comune e inflazionata frase che recita come leggere sia un'attività sempre edificante non potrebbe essere più falsa specie se chi deve leggere è un aspirante scrittore o scrittrice. Una cosa è leggere autori riconosciuti come autentici autori, altra è leggere la solita brodaglia riscaldata che la pubblicità presenta di volta in volta come "rivelazioni", "geni della penna" e quant'altro. Ecco perchè vi dico: NON leggete indiscriminatamente i libri ma cercate di fare vostre quelle regole fondamentali che un buon lettore dovrebbe seguire sempre:
1) Il libro tal dei tali è un classico? Non serve pescare il tomo cecoslovacco dell'autore morto suicida del 1933, basta anche leggere un autore riconosciuto come valido a livello di Critica nel 2004...
2) Di questo romanzo/racconto ho letto molte recensioni?
3) La trama del libro è simile/ispirata da quella di altri romanzi molto noti? Se è così NON compratelo. Spesso si tratta di libri-fotocopia.
4) Leggete sempre l'aletta di copertina, la quarta, sfogliate le prime pagine. Se si è lettori esperti basta anche una sola occhiata per capire il tono del libro.
5) Non seguite le mode, specie se lanciate dalle majors...
6) Non è certo un peccato mortale se adorate il Fantasy ma, prima di approdare a quello italiano, costola neanche tanto buona di quello anglosassone, non leggete solo Tolkien. Il Fantasy non è solo Tolkien, il Fantasy è un genere vastissimo. Esistono molti ottimi Fantasy, per esempio quelli della Bradley o della Le Guin. Leggete e documentatevi molto sui titoli da scegliere.
So bene che si tratta di regolette empiriche ma almeno è un buon inizio. Se volete scrivere è importante documentarsi e per uno scrittore la documentazione più efficace è sempre ottima narrativa non quella che già di partenza COPIA quella valida. E non sta scritto da nessuna parte che la tecnica non serva o che sporchi "le emozioni"... La realtà dei fatti è che nessuno, neanche i più grandi scrittori di sempre, hanno mai potuto affrancarsi dalla tecnica. Attenzione però: la Tecnica, da sola, non conta nulla. Puoi scrivere un romanzo dopo aver frequentato la migliore scuola del mondo studiando notte e giorno e comporre una storia senza nessuna attrattiva, priva della capacità di far sognare il lettore. E’ questa la vera e propria truffa di chi organizza corsi del genere attirando i gonzi convinti che, così, diventeranno ricchi & famosi. Ma anche il Talento, se non è usato al meglio delle proprie possibilità, ti farà scrivere storie senza valore anche se nel confronto tra le due visioni meglio un talento senza tecnica che una tecnica senza talento. Talento & Tecnica, ricordatevi questo mantra. Questo, è il solo “segreto” che differenzia un artista autentico (non solo della parola scritta) da un tizio che scrive (o dipinge, o suona, o disegna). Ed è curioso che moltissima gente non pensi a quello che effettivamente è un punto di vista talmente vero da rasentare l’ovvietà. Volete qualche esempio? Leonardo Da Vinci e gli artisti più noti del Rinascimento trascorrevano ore a eseguire dissezioni su cadaveri nel tentativo di studiare al meglio possibile vene, capillari, forma e grana della pelle da riprodurre poi con i loro quadri e le loro statue. Certo, un Leonardo possiede anche il Talento, perché senza di esso sarebbe inutile fare a pezzi mille cadaveri. Per usare un paragone, pensate al Talento come all’argilla che il vasaio conosce alla perfezione, ma che deve imparare a modellare per poter esplicare la forma dell’opera definitiva.
Il celebre Uomo Vitruviano di Leonardo. |
E qual è il segreto del vero artista/scrittore? Nessuno possiede la regola aurea universale, perchè ogni scrittore deve arrivarci da sé. Non esistono scorciatoie né raccomandazioni. Il Talento, quello vero, non è qualcosa che si possa descrivere, tuttavia è qualcosa che si può educare. Leggere tanto, non aver fretta di pubblicare, osservare le grandi opere altrui (NON COPIARLE!) e poi camminare da soli affinando pian piano il proprio stile è un buon consiglio. Ecco perché si dovrebbe cominciare prima leggendo, poi scrivendo frasi sconnesse, poi racconti e solo dopo romanzi. Considerate anche che quando vi dedicherete ai vostri primi romanzi dovrete vederli come sperimentali. E' quel che ho fatto io. Il mio talento è stato la molla inconscia di leggere sempre, a qualsiasi ora, in compagnia di un’immaginazione che non è mai stata fermata da niente. Poco alla volta quell’immaginazione (io la chiamo Capacità Immaginifica) mi ha fatto scrivere le prime storie, i primi racconti e poi i romanzi.
L'ispirazione artistica
Cancellare, scrivere, gettare via… tutto questo comporta tempo e fatica. Non si può scrivere un romanzo scopiazzato da Tolkien e pretendere di pubblicarlo perché lo abbiamo scritto col cuore! Se ti piace Tolkien non lo devi copiare: lo devi amare. Quando cominci a scrivere, poi, devi cercare di imitarne lo stile, ma NON di copiarne la trama. Lo stile NON è la storia: è ciò che la crea. E lo si segue non solo leggendo e rileggendo le opere che ti piacciono, ma anche quelle che non ti piacciono. Come sa chi mi segue fin dai miei esordi, io lasciai da parte i miei primi racconti per tantissimi anni. Non pensavo neanche di pubblicarli e il mio primo libro, “Alfa e Omega”, fu pubblicato per caso, quando conobbi il responsabile di una C.E. che mi chiese, incuriosito, cosa scrivessi. Da allora sono trascorsi molti anni e il mio stile è andato evolvendo col tempo.
L'importanza delle parole
Le parole sono per l’artista/scrittore l’equivalente dei colori di un pittore. Non vanno usate a caso, non vanno sprecate: devono essere queste a dare a chi legge il senso di quel romanzo, quel racconto, quella poesia. Nessuno scrittore usa le parole a casaccio, tranne quegli autori senza talento che pensano che usare linguaggi aulici serva a dare a chi legge l’illusione di un bellissimo romanzo. Tali sono gran parte degli scribacchini odierni, non importa da quanti milioni di copie vendute, che infatti sono spesso costruiti a tavolino dalle majors. Una frase eccessivamente retorica è utile quanto una coppa di champagne a un naufrago su un’isola deserta. Il lettore attento ne avverte subito l’inconsistenza perché
la vera bellezza è figlia dell’economia delle forme e la vera eleganza dell’arte è sempre una conseguenza dell’arte stessa e non il fine.
Con questo voglio dire che quando si legge una frase davvero evocativa, potente, è perché quella frase scatena nella mente di chi legge una serie di sensazioni che fanno provare il sense of wonder di cui abbiamo già parlato in passato. Ecco cosa dice, allo stesso proposito, David Gerrold:
la vera bellezza è figlia dell’economia delle forme e la vera eleganza dell’arte è sempre una conseguenza dell’arte stessa e non il fine.
Con questo voglio dire che quando si legge una frase davvero evocativa, potente, è perché quella frase scatena nella mente di chi legge una serie di sensazioni che fanno provare il sense of wonder di cui abbiamo già parlato in passato. Ecco cosa dice, allo stesso proposito, David Gerrold:
“Concentratevi sulla precisione. Non preoccupatevi di costruire belle frasi. La bellezza nasce dal significato, non dal linguaggio. L’accuratezza è lo stile più efficace che esista.”
Per chi non lo sapesse Gerrold è uno scrittore di fantascienza. La sua SF non è quella spicciola, da quattro soldi, che anche negli States va per la maggiore. La sua è vera poesia trasformata in prosa, molto simile a quella di Simak. La sua opera più famosa è forse il ciclo de La Guerra contro gli Chtorr. La sua carriera lo ha visto anche sceneggiatore per Star Trek e direi quindi che l’amico non è esattamente l’ultimo degli scemi. Gerrold è anche famoso per aver detto a chiare lettere che i due motivi che hanno fatto di lui uno scrittore e non qualcos’altro erano la rabbia e la paura. Rabbia verso il suo primo insegnante secondo il quale non sarebbe mai diventato uno scrittore e paura di non riuscire a scrivere abbastanza. Anche Gerrold, ed è stata per me una piacevole scoperta, parla dell’importanza delle parole.
Lo scrittore di SF David Gerrold |
Secondo Gerrold chiunque voglia essere un vero scrittore deve considerare i primi dieci romanzi che scrive come semplice allenamento. Se vengono pubblicati bene, ma era solo uno scaldare i muscoli, se vengono rifiutati non importa, era solo far pratica. Sono contento di aver scoperto un altro scrittore, uno vero, che ha pensato bene di ricorrere al romanzo vero e proprio non come un punto d’arrivo o un punto d’inizio, ma come a uno strumento. Per quanto riguarda me, la mia Seconda Generazione è la fase sperimentale dei miei romanzi, quando cioè decisi che il tempo della mia Prima Generazione era finito e che avrei dovuto guardare oltre se non volevo ammuffire e scrivere sempre le stesse cose. In altre parole, se volevo davvero evolvermi. Ve ne accorgerete quando leggerete “Primus”. E’ questo al momento il mio romanzo più fantasioso, folle, distante da qualsiasi cosa abbia mai scritto e pubblicato. Mi è servito per cercare una mia dimensione esplicativa, imparare da me stesso, usare ciò che ho imparato per creare qualcosa di inequivocabilmente mio e, spero, innovativo. Ma se la teoria di Gerrold è realista, devo ancora farne di strada. Ecco perché al momento sto scrivendo “Sensum” e poi, il quarto romanzo della serie. Questa è la mia risposta a quanti di voi mi hanno chiesto cosa sia il Talento e cosa serva per scrivere un libro. Talento & Tecnica. Con il primo ci nasci, con la seconda ci cresci. Perché questo è il solo modo, secondo me, di imparare a volare come Gabbiani delle Stelle.
Massimo Valentini