Buongiorno a tutti!
Cominciamo subito con le novità. La prima è che questo non è l'ultimo post prima della pausa estiva. Ne è previsto un altro col quale vi darò anche gli auguri di buone vacanze. Passando alla notizia cignesca, il nostro giwe away ha riscosso un certo successo e, vista la buona volontà da voi dimostrata nel seguirmi, è giusto premiare a questo punto due vincitrici e non una sola. In effetti a voler spaccare il capello le vincitrici sono più di un paio. Una è Il Fan Club pisano del sottoscritto, capitanato dalla prof Margherita e formato da una decina di fedelissime che non mancano mai di argomentare i vari post (bontà loro) e l'altra è la neo arrivata Silvietta, credo una delle mie più giovani lettrici, con i suoi tredici (dico bene?) anni. A loro le mie congratulazioni! Se la prossima settimana spedirete una mail coi vostri dati salienti all’indirizzo valentini.nde@libero.it sarà mia cura spedirvi il manoscritto de “Il Cigno”. Grazie e… continuate a seguirmi!
E passiamo al nostro post che sintetizza bene il Valentini-Pensiero sul mondo editoriale italico Fantasy, almeno per quanto riguarda le possibilità di pubblicazione di uno scrittore sia egli esordiente, emergente o moderatamente affermato e capace. Una precisazione: certamente si tratta di un MIO pensiero e non di una Verità Universale, ma è un pensiero piuttosto ponderato, frutto di una ventina di anni da gost writer, scrittore esordiente e ora emergente. Un pensiero che vi spiegherà anche perché il Fantasy italiota, almeno quello che ho letto finora (ed è tantissimo...) non mi piace affatto. Intendiamoci, non è che non mi piaccia il genere, ma una cosa è il Fantasy Serio, alla Yeats, Le Guin, Bradley, Baum o lo Science Fantasy di Swanwick e Gentle per intenderci, altra cosa è quello italico. Inoltre, mirabile dictu, non mi piace Tolkien. So che per certi individui pseudo intellettuali tutti frizzi & lazzi affermare di NON apprezzare Tolkien suonerebbe come un anatema ma tant’è: mi piace la sua tecnica, NON i suoi argomenti. Tornando al fantasy tricolore ho esaminato con occhio disilluso moltissimi titoli pubblicati sia da Major che da C.E. medie o piccole e sulla via di Damasco ho conosciuto la Luce: qui da noi la QUALITA’ NON CONTA NULLA. E la cosa non è valida solo per il Fantasy perché non intendo accennare né al Weird (Fantastico) né alla SF, generi che incredibilmente in Italia sono spesso confusi col Fantasy e il Cyberpunk. E tanto per confermare l'andazzo generale del nostro Paese ecco i requisiti necessari & sufficienti per pubblicare qui da noi:
1) Notorietà mediatica
2) Fattore C(ulo)
3) Moda
4) Parolina
A differenza di quanto spesso si legge in giro, compresi i forum di aspiranti scrittori che recitano come pubblicare con una piccola/media/grande Casa Editrice che ti seleziona sarebbe di per sé SEMPRE sinonimo di qualità del tuo scritto, devo dire che tale idea è esatta quanto il credere che gli asini volano. Per far capire bene il mio punto di vista immaginiamo un paio di titoli realmente validi: Ubik, ossia uno dei capolavori distopici di Dick (SF) e una raccolta di racconti di R. E. Howard (Heroic Fantasy). Vediamo...
Il Fattore C
Una qualsiasi Casa Editrice deve esaminare migliaia di manoscritti all’anno e questo consente alla stessa di riferire sempre la solita scusa: il tempo è tiranno. Questo vuol dire che l'editor leggerà poco di ogni manoscritto che arriva sulla sua scrivania, sempre SE lo leggerà. Si tratta di una regola valida soprattutto per le major: aspiranti scrittori sconosciuti non hanno diritto alla terra promessa e quindi difficilmente saranno non dico letti, ma proprio sfogliati! Devo però spezzare una lancia a favore degli editori perché tanti aspiranti scrittori sono una massa di gente persuasa che l'aver scritto una storiella che parla di vampiri, eroine tutte ossa e tette ed elfi gnokki sia stata baciata dalla gratia artis. Io ho lavorato per una C.E. e leggevo appunto il materiale che arrivava: ragazzi, quanta porcheria! Gente che si mangiava i congiuntivi, con la fantasia di un babbuino ammaestrato, i sogni di un Napoleone e le capacità tecniche di un cerebroleso. E NON esagero! C'erano i superbi che scrivevano sul testo:
"Il mio libro è scritto col cuore e il sentimento che solo una ragazza come me è in grado di provare. Vi farà fare tanti soldi ma io mi accontento di una buona notorietà."
"Gentilissimi, vi invio come d'accordo il romanzo intitolato XXXX che tratta di un povero ragazzo che incontra una donna più grande di lui e finiscono a letto insieme. Non penso di essere un Leopardi ma sono giovane, so scrivere, lo dico senza falsa modestia, e penso di avere tutti i numeri per ben figurare come vostro autore. E magari, se proprio sarete così gentili da pubblicarmi, una birra ci scappa, dai!"
Le frasi che avete letto sono REALI, non inventate. E pensate che a me arrivava una piccola parte della roba da leggere... ARRGH!!!!! A essere precisi, però, arrivava anche roba buona, dannatamente buona. E infatti li ho segnalati per la pubblicazione. Un'altra categoria di roba che arrivava, ancorché NON pubblicabile a causa di evidenti pecche che oscillavano tra il grave e l'inaccettabile, erano i testi di persone che però credevano in quel che facevano. Erano questi i "clienti" più difficili perché, da una parte la loro insicurezza mi faceva simpatia ma dall'altra non potevo scendere a patti con me stesso. Così inventavo una balla con il capo e dicevo: "Guarda secondo me non è pubblicabile. Però non la spedisco io la risposta: tizia mi sembra speranzosa e anche se non ha talento pare animata da buone intenzioni. Rispondile tu!" Dobbiamo anche dire che un qualsiasi editor, anche di una major, è un essere umano e può anche andare per simpatie e antipatie, oltre che per gusti suoi propri. NON fate mai l’errore di considerare gli editor/editori come pozzi di scienza ed erudizione letteraria. Non sono più i tempi di una volta, con pochissime Case Editrici dove scrivevano in pochi e tra di essi non c'erano bimbominkia, veline, paparazzi, calciatori, cabarettisti, mignotte o perfetti idioti usciti da un reality. Oggi le C.E. italiche sono circa 4.500. Quattromilacinquecento! Mica bruscolini. Di queste, gran parte sono a pagamento (e quindi da evitare) il resto no. Tra queste ultime esistono, è vero, quelle ottime, composte da gente appassionata (sono soprattutto le medio/grandi e le piccole) ma anche qui c’è gente che NON capisce un’acca di libri. Limitandoci a quelle appassionate, va da sé che il Fattore C conti, ecco come. Poniamo che Dick e Howard siano troppo coscienti delle rispettive capacità e questo li porta a scrivere lettere di accompagnamento un tantinello eccessive. L'editor lo nota e si scoccia: perché uno che legge centinaia di robaccia al giorno, stanco, incazzato nero perché magari la moglie non gliela dà, dovrebbe leggere i loro manoscritti dopo aver letto un’autopresentazione che farebbe invidia a Botticelli? Questa è una regola che condivido: mai presentarsi come un novello Dante Alighieri, ma assumere sempre un'aria distaccata e dignitosa. La cosa cambia se i nostri autori facessero i lecchini (ma non c’è prova che lo fossero). E’ però incredibile quanta gente oggi lecchi, dimenticando dignità e capacità artistica nel cassetto. Senza il Fattore C e leccate a parte, i manoscritti dei nostri amici possono perdersi nei meandri della posta elettronica, in quelli cartacei della C.E. (che spesso non sa che farsene di quelle tonnellate di carte buone solo per il macero) o essere semplicemente sfortunati e andare dispersi. Il Fattore C serve anche per la scelta dell'argomento. Se ho scritto Ubik e lo spedisco una C.E. che pubblica SF potrei non essere accettato lo stesso, a parità di bellezza del mio col manoscritto di un altro autore, perché magari la distopia qui da noi è una bella sconosciuta e di conseguenza NON è apprezzata. So di agenti letterarie che non hanno mai letto nulla di Dick. Dico: PHILIP K. DICK, non Massimo Valentini. Come far loro capire che Ubik è genio diluito su carta? Quanto ai racconti beh, è un'altra storia. Qui da noi non vanno bene, non piacciono.
Io stesso mi sono stupito di come i miei libri abbiano venduto e vendano, limitatamente ai numeri, è ovvio. Ma prima di approdare alla mia Casa Editrice molte non mi hanno neanche consentito di spedir loro i testi proprio perché i racconti non sono di moda. E non importa quanto validi: non sono di moda, punto! Neanche la SF lo è. Questione di gusti, direte voi. Va bene, rispondo io, ma è anche questione di scarsa attenzione alla roba di qualità. Perché un romanzo scritto coi gomiti dovrebbe essere migliore di un racconto mirabilmente evocativo? E perché la SF dovrebbe essere meno del Fantasy quando invece lo guarda, diciamolo!, come Golia guarderebbe David? La conseguenza di tutto questo è che la gente, e quindi gli editor, vogliono spesso solo romanzi fantasy da millemila pagine! Ma Dick e Howard hanno scritto rispettivamente un romanzo distopico e racconti heroic fantasy bellissimi; Ubik, inoltre, è davvero particolare, però il suo incipit non è dei migliori. La frase iniziale conta moltissimo e decide spesso la possibilità che l'editor continui a leggere quel romanzo invece di un altro. Ma un editor ha tanto materiale da leggere e non perderà altro tempo a esaminare un romanzo che inizia in un modo a lui non confacente. Badate bene: non sto parlando di libri mediocri che iniziano con frasi mediocri. Parlo di libri OTTIMI che iniziano con frasi OTTIME ma sibilline. Molte C.E. poi, scelgono in base alla sinossi. E' questo il caso della Penna Blu Edizioni, ad esempio. E' un metodo per scremare i manoscritti che posso capire (il tempo è quello che è) ma diciamo che non va a vantaggio degli autori. Perché la sinossi di un Ubik sembra folle o perché quella dei racconti howardiani becera, e via così. E si buttano alla melma due tra le massime opere della narrativa fantastica di tutti i tempi.
"Invio il mio romanzo. Pubblicatelo!"
E c'erano gli ottimisti:
"Il mio libro è scritto col cuore e il sentimento che solo una ragazza come me è in grado di provare. Vi farà fare tanti soldi ma io mi accontento di una buona notorietà."
Ma anche, dulcis in fundo, i commedianti:
"Gentilissimi, vi invio come d'accordo il romanzo intitolato XXXX che tratta di un povero ragazzo che incontra una donna più grande di lui e finiscono a letto insieme. Non penso di essere un Leopardi ma sono giovane, so scrivere, lo dico senza falsa modestia, e penso di avere tutti i numeri per ben figurare come vostro autore. E magari, se proprio sarete così gentili da pubblicarmi, una birra ci scappa, dai!"
Le frasi che avete letto sono REALI, non inventate. E pensate che a me arrivava una piccola parte della roba da leggere... ARRGH!!!!! A essere precisi, però, arrivava anche roba buona, dannatamente buona. E infatti li ho segnalati per la pubblicazione. Un'altra categoria di roba che arrivava, ancorché NON pubblicabile a causa di evidenti pecche che oscillavano tra il grave e l'inaccettabile, erano i testi di persone che però credevano in quel che facevano. Erano questi i "clienti" più difficili perché, da una parte la loro insicurezza mi faceva simpatia ma dall'altra non potevo scendere a patti con me stesso. Così inventavo una balla con il capo e dicevo: "Guarda secondo me non è pubblicabile. Però non la spedisco io la risposta: tizia mi sembra speranzosa e anche se non ha talento pare animata da buone intenzioni. Rispondile tu!" Dobbiamo anche dire che un qualsiasi editor, anche di una major, è un essere umano e può anche andare per simpatie e antipatie, oltre che per gusti suoi propri. NON fate mai l’errore di considerare gli editor/editori come pozzi di scienza ed erudizione letteraria. Non sono più i tempi di una volta, con pochissime Case Editrici dove scrivevano in pochi e tra di essi non c'erano bimbominkia, veline, paparazzi, calciatori, cabarettisti, mignotte o perfetti idioti usciti da un reality. Oggi le C.E. italiche sono circa 4.500. Quattromilacinquecento! Mica bruscolini. Di queste, gran parte sono a pagamento (e quindi da evitare) il resto no. Tra queste ultime esistono, è vero, quelle ottime, composte da gente appassionata (sono soprattutto le medio/grandi e le piccole) ma anche qui c’è gente che NON capisce un’acca di libri. Limitandoci a quelle appassionate, va da sé che il Fattore C conti, ecco come. Poniamo che Dick e Howard siano troppo coscienti delle rispettive capacità e questo li porta a scrivere lettere di accompagnamento un tantinello eccessive. L'editor lo nota e si scoccia: perché uno che legge centinaia di robaccia al giorno, stanco, incazzato nero perché magari la moglie non gliela dà, dovrebbe leggere i loro manoscritti dopo aver letto un’autopresentazione che farebbe invidia a Botticelli? Questa è una regola che condivido: mai presentarsi come un novello Dante Alighieri, ma assumere sempre un'aria distaccata e dignitosa. La cosa cambia se i nostri autori facessero i lecchini (ma non c’è prova che lo fossero). E’ però incredibile quanta gente oggi lecchi, dimenticando dignità e capacità artistica nel cassetto. Senza il Fattore C e leccate a parte, i manoscritti dei nostri amici possono perdersi nei meandri della posta elettronica, in quelli cartacei della C.E. (che spesso non sa che farsene di quelle tonnellate di carte buone solo per il macero) o essere semplicemente sfortunati e andare dispersi. Il Fattore C serve anche per la scelta dell'argomento. Se ho scritto Ubik e lo spedisco una C.E. che pubblica SF potrei non essere accettato lo stesso, a parità di bellezza del mio col manoscritto di un altro autore, perché magari la distopia qui da noi è una bella sconosciuta e di conseguenza NON è apprezzata. So di agenti letterarie che non hanno mai letto nulla di Dick. Dico: PHILIP K. DICK, non Massimo Valentini. Come far loro capire che Ubik è genio diluito su carta? Quanto ai racconti beh, è un'altra storia. Qui da noi non vanno bene, non piacciono.
Esempio di Heroic Fantasy serio |
Esempio di... boh? |
Io stesso mi sono stupito di come i miei libri abbiano venduto e vendano, limitatamente ai numeri, è ovvio. Ma prima di approdare alla mia Casa Editrice molte non mi hanno neanche consentito di spedir loro i testi proprio perché i racconti non sono di moda. E non importa quanto validi: non sono di moda, punto! Neanche la SF lo è. Questione di gusti, direte voi. Va bene, rispondo io, ma è anche questione di scarsa attenzione alla roba di qualità. Perché un romanzo scritto coi gomiti dovrebbe essere migliore di un racconto mirabilmente evocativo? E perché la SF dovrebbe essere meno del Fantasy quando invece lo guarda, diciamolo!, come Golia guarderebbe David? La conseguenza di tutto questo è che la gente, e quindi gli editor, vogliono spesso solo romanzi fantasy da millemila pagine! Ma Dick e Howard hanno scritto rispettivamente un romanzo distopico e racconti heroic fantasy bellissimi; Ubik, inoltre, è davvero particolare, però il suo incipit non è dei migliori. La frase iniziale conta moltissimo e decide spesso la possibilità che l'editor continui a leggere quel romanzo invece di un altro. Ma un editor ha tanto materiale da leggere e non perderà altro tempo a esaminare un romanzo che inizia in un modo a lui non confacente. Badate bene: non sto parlando di libri mediocri che iniziano con frasi mediocri. Parlo di libri OTTIMI che iniziano con frasi OTTIME ma sibilline. Molte C.E. poi, scelgono in base alla sinossi. E' questo il caso della Penna Blu Edizioni, ad esempio. E' un metodo per scremare i manoscritti che posso capire (il tempo è quello che è) ma diciamo che non va a vantaggio degli autori. Perché la sinossi di un Ubik sembra folle o perché quella dei racconti howardiani becera, e via così. E si buttano alla melma due tra le massime opere della narrativa fantastica di tutti i tempi.
Moda & notorietà
Altro criterio per assicurare una pubblicazione è la moda & notorietà, ovviamente mediatica. Intendiamoci: non è cosa solo italica, come del resto testimoniano autentiche boiate che poco o nulla hanno a che vedere con i generi di cui tanto si vantano di appartenere. Basti pensare ai vampiri… E a proposito di vampiri, continuiamo col nostro esempio. I soliti Dick & Howard, superate le vicissitudini della sfiga (il famoso fattore C) diciamo che riescono ad arrivare agli occhi dell’editor. E diciamo anche (come sono crudele, eh?) che devono vedersela con nemici che a prima vista non sono un granché come rivali. Ed ecco che il nostro editor si trova a leggere una storia che vede gente in un mondo dominato da vari individui dotati di poteri paranormali, che si trovano a vivere in una realtà alternativa popolata da cadaveri ambulanti. Attraverso sofisticate tecnologie questi personaggi possono comunicare coi vivi per mandare avanti il business del loro capo. Il tutto condito da uno stile volutamente beffardo nei confronti dei media e della società occidentale. Poi legge una storia breve, un racconto, in cui un uomo d’altri tempi, un Puritano, deve vedersela con ogni sorta di mostri e demoni con l’autore che usa uno stile vivace e pittoresco forse, ma certamente crudo, davvero tanto crudo. Uh, che paura! Come faranno le delicate menti moderne a leggere di sbudellamenti e affini? La prima storia è SF nuda e cruda, potente, incazzata, viva. La seconda è Heroic Fantasy di prima qualità, ma ancora più cruda, quasi un manifesto alla potenza ancestrale di una società di guerrieri. Adesso voi potreste immaginare che gli avversari degni di cotanto storie sarebbero chissà quali personaggi e invece… e invece il nostro editor legge la patetica storia di una cretina adolescente capace di andare in brodo di giuggiole per il suo compagno di banco, il quale le rivela di essere un vampirello risplendente di glitter. Tizia e tizio si amano, ma poi appaiono il cattivaccio lupo mannaro e altri vampirelli che vorrebbero bere il sangue di lei. Alla fine l'amore trionfa e lui giura a lei amore eterno al ballo della scuola, il tutto narrato con uno stile imbarazzante anche per un'autrice da Harmony. Confrontare un Solomon Kane di howardiana memoria con l’Edward della Meyer sarebbe come confrontare Rambo con Fantozzi. E chi credete che la spunterebbe? Fantozzi! Perché le bimbominkia che hanno letto e apprezzato Twilight sono le stesse che potrebbero leggere, e quindi comprare, un’altra storiella simile, perché non conta il talento e neanche l’innovazione: conta quel che la massa, abituata dal marketing a leggere robaccia, richiede altra robaccia e il mercato è quella cosa che governa il gioco. Certo, Solomon Kane e Joe Chip (cioè Howard e Dick) sono più belli, scritti bene, esibiscono uno stile da urlo, sono ECCELLENTI, mentre l’altra è una storiella patetica scritta da una deficiente che magari si firma anche Dolce Dolce ’84. Ma vince costei! Ricordate che tra il rischio e la certezza vince la certezza. E se siete incazzati perché voi scrivete roba migliore sappiate che questo è il marketing, bellezze! Ed ecco che le Case Editrici, sì, anche quelle NON a pagamento, sceglieranno sempre la certezza costituita dai generi che certe Major hanno lanciato prima di loro sul mercato. Come una sorta di perversa catena di S. Antonio, la gente leggerà e vedrà sempre più film tratti dai libri di serie Z come questi e non da roba potente, scritte col cuore e il talento. E non dimentichiamo il Fantasy d’accatto, ovviamente copiato ispirato da Tolkien da una schiera di scribacchini costruiti a tavolino dalle major. Il risultato di tutto questo si legge su tantissimi forum popolati da aspiranti scrittori che parlano di come è bello scrivere di mondi emersi, eroine magrissime che frignano sempre, di come è intelligente il drago e di come sono gnokki i vampirelli. E quando poi alle presentazioni o su you tube si vedono gli editor parlare delle varie Troisi, Strazzulla, Paolini ecc li si vede presentati come autentiche nuove vette del Fantasy! Capito il concetto?
Moda 2: la vendetta dell'assurdo
Sempre parlando della moda editoriale, voglio evidenziare qui i pericoli di questa tendenza tutta italica. Non sono a priori contro le mode, però. Per esempio, oggi è di moda pubblicare gli autori scandinavi. Io stesso ne ho acquistati diversi romanzi (Larsson in primis) ma non li ho mai recensiti su questo spazio perchè, nonostante appaiano scritti bene, dopo un po’ mi annoiano. Questione di gusti, ovviamente. Voglio dire che da questo andazzo un lettore medio potrebbe anche scovare un libro di suo interesse, magari scritto da un autore che non si sarebbe mai sognato di leggere. Ciò che non ha senso è la moda dei minorenni alla penna, meglio se con qualche magagna esistenziale. La tendenza cominciata, se non erro, con Eragon, mi è cordialmente antipatica. Molti editor se ne escono attualmente con la perla radical-chic secondo la quale un ragazzo/ragazza di sedici anni, ma anche meno, avrebbe una fantasia freschissima e ancora “vergine”, terra di conquista se si vuol scrivere un Fantasy coi fiocchi. Guardate, non sto colpevolizzando né i ragazzini che hanno il sogno di scrivere né il Fantasy. No! Colpevolizzo gli avvoltoi mediatici delle Case Editrici che sparano cavolate a raffica con la certezza di passarla liscia. Basta guardare alla storia per rendersi conto di quanto sbagliate siano queste frasi. Come tanti autori che solo in seguito sarebbero stati riconosciuti per quei grandi maestri che erano, Lovecraft cominciò a scrivere in tenera età. E infatti si vede: basta leggere i primissimi racconti come L’alchimista per sapere che NON erano pubblicabili. Non basta avere fantasia da sedicenne o tredicenne (e perché non da dodicenne?) serve anche l’esperienza. Pensiamo a Machen, a Dunsany allo stesso Tolkien. Ma ciò che davvero mi fa uscire dai gangheri e l’ultima trovata degli editor riassumibile così: “sbatti il caso umano sulla copertina e fai il botto!” Becero seguace dello sciacallaggio mediatico, con tanto di dame dalla pseudo lacrimuccia facile televisive, che a quanto pare ha fatto scuola. E si sa, se i programmi della D'Urso sono seguitissimi, se i vari Vespa pontificano di povere ragazze morte, se fior di orride interviste ad assassini o presunti tali si moltiplicano perchè seguitissimi da un pubblico attratto dal morboso, perché non fare la stessa cosa nei libri? Presente il ricordo del libro della Franzoni? Ecco, appunto. Questa e altre perle degli editor nostrani sono tranquillamente elencabili tra le sciocchezze propinate a destra e a manca. Su tali idiozie, descritte in toni un po' pittoreschi, hanno anche scritto saggi (come potrete leggere su questo sito).
Copertina a caso del prossimo Fantasy italian style |
La conseguenza di tutto questo è che mentre c’è gente che pensa, come il sottoscritto, che la gavetta conti, dall’altra c’è chi questo stato di cose lo ha saltato a piè pari. Pensiamo ai romanzi della Panariello. (Di lei si parla ovunque ma penso che qui sia descritto molto bene il panorama della situazione). La morale è una sola: se vuoi pubblicare qui da noi con grandi realtà allora ti servono i quattro fattori di cui sopra. E il talento? Beh, quello è come l'arte di cui Wilde, anche se per ben altri motivi ci ha regalato una splendida e profetica definizione: "Tutta l'arte non serve assolutamente a nulla"! E infatti, almeno tra la maggioranza dei titoli italici, non c'è!
Massimo Valentini
Ottima la sua idea di un singolo post a puntate. L'argomento sembra azzeccato, come sempre. Lei non delude mai. Leggero' le altre puntate con molto piacere.
RispondiEliminaSonia
Verissimo, altrimenti non si spiegherebbero tantissimi libri di serie Z pubblicati dalle majors. A che pro la roba della Meyer?
RispondiEliminaPaolo
Intanto la ringrazio della vittoria. Attendiamo con ansia il manoscritto. Sara' l'ospite d'onore al club. Poi mi piace l'argomento del post. Attendo di leggere le altre puntate
RispondiEliminaMargherita
Beate voi!!!!!!!!!!!!!!! Pero' qualche altro give away?
RispondiEliminaAngela
Complimenti alle vincitrici!
RispondiEliminaLea
Poco ma sicuro. Il fattore C conta, ma anche le conoscenze, direi. Non siamo forse nel Bel Paese?
RispondiEliminaLorenzo
Oggi siam tutti geni, diceva bene lei quando osservava che gli artisti sono tutti nei reality o pochi nella realta'.
RispondiEliminaMarcello
Sono felicissima della vittoria e della sua gentilezza. Grazie!!!!!
RispondiEliminaMonia
Aaaaaah!!!!! Puo' fare la dedica scrivendo il nome di tutte?????
RispondiEliminaJessica
Adoro questi argomenti
RispondiEliminaLinda
Beh il settore delle arti e dello spettacolo latitano da parecchio quanto a qualita'. Non sapevo dell'esistenza di 4500 case editrici!!!!!!!
RispondiEliminaElena
e quando mai si premia il talento? Non da noi!
RispondiEliminaVanessa
Ha detto bene... Veline, escort, calciatori... Bei libri!!
RispondiEliminaStella
Ballo della vittoriaaaaa!!!!!! Grazie, grazie, grazie!!!!!!
RispondiEliminaKe bellooooooooo!
Silvietta
Ps: 13 anni. Io cuccioletta!!! ^ _ ^
Sono contenta x le vincitrici.
RispondiEliminaAspetto con ansia le altre puntate del post. Sembra goloso
Bianca
Il Fantasy non mi piace, quindi neanche quello nostro.
RispondiEliminaFederica
Ma e' possibile che lei non abbia mai torto? E' vero, molto, moltissimo vero. Fattore C, moda, notorieta' e raccomandazioni. Senno' come spiegare tantissimi libri da quattro soldi pubblicati oggi? Vero e' che le grandi case editeoci possono pubblicare, e curioso a dirsi anche guadagnare, pubblicando le solite stronzate di cerebrolesi dei reality show o le porcate dei soliti noti (tra tanti, "scusa ma..."oppure "cento spazzolate"...) E magari farci anche dei film...
RispondiEliminaRiccardo
E non dobbiamo dimenticare la robaccia da noi solo pubblicata m estera. Parlo dei vampirelli adolescenti! Mado'!!!!!!!!!
RispondiEliminaEliana
Mamma mia quanto e' vero!!!! A me per esempio suona come un mistero come case editrici importantissime pubblichino emerite teste di c... Che scrivono con gli alluci. E il bello e' che fanno pure successo..
RispondiEliminaCarmen
Mah! Che l'editoria italiana segua l'andamento generale del paese mi pare evidente. E cmq di chi e' gran parte dei nomi?
RispondiEliminaMara
Mai letto Fantasy anche se penso che l'aspetto di cui parla sia ovvio anche x altri settori. Federico Moccia, x esempio, a,me non piace e non capisco proprio quel successo. Io da piccola crescevo Piccole donne, ora ke ragazzine crescono con Amore 14... Boh!
RispondiEliminaCristina
Il Fantasy non mi e' mai piaciuto. Lo trovo noioso...
RispondiEliminaMarco
Detesto i vampiri della Mejer. L'apice della scemenza, soprattutto se penso a quelle grottesche cretine trentenni rincoglionite x Edward! Non lo capiro' mai. Sara' che a me dei vampiri non frega nulla ma proprio non capisco. Poi... Capirei le adolescenti ma cosa pensare di donne adulte?
RispondiEliminaMaria
Una volta i libri servivano per pensare ed erudirsi. Erano occasione di scambio tra amici, familiari, intellettuali. Ma romanzi come quelli di oggi... A che servono? Cosa mi importa della vita della Ruby Rubacuori? O di Patrizia D'addario? Eppure ste' robe vendono. Bah, il mondo e' impazzito
RispondiEliminaViviana
Detesto il Fantasy italiano o straniero. Che du palle!!!!!!
RispondiEliminaAnna
Io adoro i bei libri e confesso che x me questi non sono i fantasy ma i noir
RispondiEliminaLaura
mamma mia come sono d'accordo!!!! Verissimo, ma questo a me pare non sia valido solo x il fantasy ma in genere. I libri di Moccia sono x me un mistero del loro successo e lo stesso potrei dire x quelli di Faletti che oggettivamente sono prolissi e abbastanza fragili come trama, almeno secondo me.
RispondiEliminaSandra
Antefatto: non vedo l'ora di vedere il Cigno autografatato dalla sua mano!
RispondiEliminaSulle perverse dinamiche editoriali italiche e non: e' vero che la Meyer e' un "prodotto" estero ma e' anche vero che il mercato anglosassone contempla una grandissima varieta' di titoli. Il Fantasy di serie e i titoli di serie b ci sono ma esistono anche bei romanzi. Qui da noi e' valido il contrario. Pochissimi bei libri e molta fuffa. E del resto ormai e' abbastanza evidente che notorieta', specie a liveloo di paroline, conta x i premi letterari. Come del resto capita x quelli canori
Chiara
Il perverso sistema che descrive rende bene la figura del mitico gigante che morde se stesso. Se le librerie italiche mostrano solo l'offerta prepotente di certe case editrici che pubblicano libretti mediocri e' anche ovvio che pure le case editrici piu' piccole decidono di pubblicare libretti, alla faccia della selezione di qualita'. E intanto la gente sempre piu' rincoglionita dal marciume di un sistema/societa' che inneggia al nulla, vedi reality e i vari scandali quotidiani distrugge gli ultimi scampoli di intelligenza. E vai con disco, canzonette, partite e calendari. Voila' la stronza che ha ucciso il figlioletto che pubblica con la casa editrice importante la storia deola sua vita. Ecco gli avvoltoi mediatici che, con tanto di finta lacrimuccia scrivono le proprie porcate sul delito tal dei tali. Come stupirsi se tanti mentecatti, abbagliati dalla visione in libreria di titoli scritti da autentici coglioni, pensino che basta scrivere la storiellina tutta cuoricini e sentimento x fare successo? Cazzo, so di molte mie coetanee, ho trentasei anni, convinte che i libri della Meyer o di Moccia sarebbero perle di saggezza. Grazie, editori, grazie Italia!
RispondiEliminaBianca
Ottimo post!!
RispondiEliminaVanessa
Lo stesso possiamo dire di tanti quotidiani
RispondiEliminaE Stefanin
Ho letto "Acciaio" della Avallone. Non mi e' piaciuto. Ho letto Faletti, non tutto, ma mi ha annoiata. Non ho letto Troisi e co. Detesto il fantasy. E neanche io adoro Tolkien. Ma proprio x niente!!!!!
RispondiEliminaSerena
Provate a,chiedervi a chi fanno capo gran parte delle realta' editoriali nostrane...
RispondiEliminaMarzia
Per Marzia
RispondiEliminaNon e' solo questo. La situazione e' anche il,bel risultato di un sistema paese che appare becero e ipocrita. Talento e capacita' reali sono davvero rare e al loro posto ecco esaltate cazzate e sciocchezze. Panem et circensem dicevano i latini. Appunto! Sciocchezze e libretti, canzonette e programmi ammiccanti al vouyerismo mediatico, prostitute intellettuali e becero perbenismo. grazie che poi libri belli e non scritti da coglioni sono rari
Vincenzo
Il solo fantasy italiano che abbia letto e' Pinocchio e avevo sei anni. E non sono piu' una bimba ora!
RispondiEliminaIsabella
Verissimo!
RispondiEliminaLoredana
Cara Eliana,
RispondiEliminaMeglio la Meyer di Federico Moccia.
Katia
A me piace Fabio Volo. Fa bei libri di evasione anche se non sono certo capolavori. Ma almeno non devo leggere le cazzatelle fantasy. Per favore...
RispondiEliminaFederica
Volo non mi spiace e neanche la Troisi. Certo capisco cosa intende con la frase eroine tettone e frignone. Nihal e' decisamente antipatica e descritta in modo ampolloso a tratti. Volo mi piace, e' frizzante, allegro, mi rilassa. la sua recensione di quel libro di Ghirardi mi ha stupita perche' non mi aspettavo quella narrativa cosi' mediocre. Incredibile. Che dire? Non ha torto
RispondiEliminaJessica
Identici. Non ho altri termini x i fantasy italiani. Sono tutti uguali tra loro. E patetici
RispondiEliminaGrazia
Cara Katia meglio il nulla che la Meyer o Moccia!
RispondiEliminaEleonora
Vincenzo, tu dici bene. E' il sistema paese che fa schifo, ma una bella responsabilita' e' anche di chi compra certi ciofeche.
RispondiEliminaMarcello (Cs)
la saga di Bryan e' terribilmente ridicola. Il trash non volontario. e non ho letto Paolini!!!!!
RispondiEliminaMartha
Ma adesso i vampiri non sono piu' glam, adesso sono di moda gli angeli.
RispondiEliminaGabriella
Il mio giudizio sul Fantasy e' buono. A differenza di altri qui non penso che esso sia un genere do accatto, ma bello e variegato. Certo non tutti i fantasy sono uguali... Piu' o meno :-)
RispondiEliminaLina
Amaro ma vero!
RispondiEliminaSonia
X Maria e Viviana:
RispondiEliminaSono d'accordo con voi oltre che con l'autore del post, ma questa e' la societa' che ci vede vivere, non ne abbiamo altre. Ecco xche' e' mia opinione che sarebbe piu' saggio scegliere bene i libri e non fermarsi alle apparenze. A me piace il Fantasy ma anch'io penso che moltissimi romanzi sono tutti uguali, tranne il nome dell'autore. Meglio non leggerli. Chi ha detto che leggere qualsiasi e' sempre meglio che non leggerli?
Sandra
Come non concordare? Aggiungo: meglio fare a meno dei libri che leggerne di inutili. e poi a me piacciono i libri di sf molto piu' di quelli fantasy.
RispondiEliminaElisa
Gabbiani delle Stelle e Sulle ali di Althaira sono fantasy?
RispondiEliminaAzzurra
Azzurra non sono fantasy ma fantastici. Non ci sono magie, capisci? La magia insieme ad altri elementi è ciò che distingue il Fantasy dal Fantastico
RispondiEliminaSerena
Ha perfettamente ragione. Il sistema editoriale di un Paese va di pari passo con l'indice complessivo del Sapere di quel Paese. Spiace pensare che un Paese come il nostro, dove l'arte e il Sapere sono stati magnificati in ogni campo, oggi galleggi sulla superficie di una carta stampata cosi' bassa, accozzaglia di becero perbenismo e assoluta incapacita' di conoscere sia da parte degli editor che del pubblico. Eppure molta gente legge buone cose non paccottiglia. Ma e' come dice lei. Qui da noi, quando un libro e' rifiutato sistematicamente, o e' un'emerita schifezza o un capolavoro che nessuno ha le basi per capire. E tanto per parafrasare Einstein considerate le porcate che oggi si stampano, non sono certa della prima.
RispondiEliminaMargherita
Lo stesso vale per la narrativa in generale, diciamo la verita'. qualcuno sa spiegarmi perche' Melissa P fu ed e' pubblicata? I romanzetti porno o cmq erotici sono noti da quaranta, dico 40 anni e le storie dei suoi romanzi sono risibili e non dico altro senno' dovrei usare solo parolacce. Eppure il suo
RispondiEliminaUltimo, chiamiamolo libro, e' stato pubblicato dall'Einaudi. Casa editrice di primo livello, con bellissimi titoli in catalogo. Perche'? Cavalcare l'onda, ovvio, ma perche' sta' tizia si e io no? Questo puo' chiedersi chiunque abbia scritto una cazzatella qualsiasi. Non e' colpa della Panarello, o cmq non solo di lei, ma del sistema. Se gli editori proponessoro altri titoli, non solo quelli esteri, scritti bene, il marketing lo hanno, sarebbe un'altra cosa. Almeno spero
Stefania
Grazie
RispondiEliminaAzzurra
Il punto e' uno solo: siamo arrivati al paradosso editoriale, un po' come quei politici, TUTTI, che prima erano neri e poi diventano bianchi passando per i rossi che diventano candidi, non so se mi spiego. E' la stessa cosa... Gli editori importanti praticamente inarrivabili dai comuni mortali che pero' pubblicano tre categorie di prodotti: libri pessimi, magari scritti da nigra, per conto dei coglioni famosi dei reality o dei calciatori che si e no sanno scrivere il proprio nome. I soliti libri inchiesta dei solitissimi giornalisti/opinionisti/esperti/paparazzi su varie vicende giudiziarie e poi le traduzioni di romanzi esteri sia validi che merdosi. Extra, i libretti italici scritti da sconosciuti ma con storie tristi oppure da amici degli amici, amichette ecc presentati come nuove vette artistiche. Ma questo stato di cose da una parte convince molti coglioni che non sanno neanche come si scrive un tema a illudersi di essere artisti NON capiti e dall'altra esclude quelli DAVVERO bravi dall'arena. Bella cosa!
RispondiEliminaSamuele
Io non sono contro i libretti ma contro l'appiattimento dei titoli. Pubblicare per gran parte pessimi titoli rende un brutto scherzo a chi vuole leggere buone opere e non paccottiglia. Inoltre convince secondo me molti aspiranti autori che il lolo fantasy o horror sia quello idiota che va di moda. Gia' copiare non e' bello ma copiare da libri pessimi?
RispondiEliminaLara
Ricordo un vecchio servizio apparso anni fa in tv dove si discuteva del plagio musicale. C'era questo tecnico del suono che sceglieva una canzone notissima, la spogliava, diciamo, di molte caratteristiche lasciando intatta la parte centrale e poi vi costruiva un nuovo motivetto. Diceva cosi' che non si poteva parlare di plagio ma di ispirazione. Succede cosi' anche x molti libri «ispirati»? A volte me lo,chiedo, vista l'assurda pletora di romanzi tutti uguali
RispondiEliminaSofia
vabbe' ma non possiamo neanche dire che oggi si fanno brutti libri e una volta no. Gia' Lovecraft schiumava di rabbia contro gli scrittori incapaci e contro gli editori!
RispondiEliminaLisa
Lisa tu hai ragione. Gli idioti e gli incapaci sono sempre esistiti. E del resto Lovecraft vedeva sistematicamente rifiutate quelle che poi sarebbero state riconosciute come le sue opere migliori. Pero' cio' non vuol dire che oggi la situazione sia migliore, scusa!!!!! Citami un titolo italiano degli ultimi anni di Fantasy che non faccia oggettivamente senso!
RispondiEliminaSamantha
Si, Sofia, e' copiare fidati, ma x i furbetti e gli idioti viol dire ispirazione!!!!!!
RispondiEliminaMarica
I romanzi sono uguali tra loro, ma anche i lettori pero'. Senno' chi comprerebbe i libri della Meyer? Credete forse che non sono le stesse persone che poi frignano per Moccia????
RispondiEliminaVanessa
Amo questo post!
RispondiEliminaElena
diciamo pure che e' il mondo editoriale ad essere marcio!
RispondiEliminaAnna
Complimenti al fan club pisano e a Silvietta!!!!! :-)
RispondiEliminaInsomma... L'attività letteraria non è molto semplice, mi auguro però che Scrittori come Lei abbiano la notorietà e il successo che meritano. Sarebbe davvero un peccato se succedesse il contrario...
Buone vacanze a tutti e speriamo che questo 9 settembre arrivi presto :-)
Paola
Bel paradosso! Lo schifo con chissa' che nomi e il buono fuori dalla porta. E molti deficienti che bevono dalla pubblicita'. Wow!!!
RispondiEliminaDiana
I libri/inchiesta e quelli delle barzellette sono i libri che non capisco!!!!! A che servono? Come le fiction... Molte, moltissime su fatti di mafia, forze.dell'ordine e simili. E poi siamo uno dei paesi piu' difficili del mondo con corruzione ovunque. Ci sarebbe materiale di studio per decenni sul comportamento di noi italiani!
RispondiEliminaOrnella
Che almeno esista il coraggio di dirlo: il Fantasy e' un genere unico nel suo genere. Noir, sentimentali, gothic novel, persino horror e ovviamente la fantascienza. Se scritti da ottimi scrittori sono,generi verosimili, ma il fantasy? Tanto x cominciare il fantasy prevede la magia...
RispondiEliminaSonia
Cavoli se e' vero!!!! Arte? Ma dove? Che schifo. I vari Luigi Einaudi, oggi, sarebbero incazzati neri!
RispondiEliminaMarcella
Condivido e se vuole ci scrivo la firma. Certo non e' cosi' solo da noi. La Meyet mica e' italiana!
RispondiEliminaLina
Ehm fretta cattivella... Volevo dire Meyer!
RispondiEliminaLina
Ho letto Howard ma non di Kane, di Conan. Che dire? Troisi e company non son degni neanche di nominarlo lo scrittore texano...
RispondiEliminaStefania
E ti pareva che almeno il settore librario fosse immune da certe logiche sconsiderate. Del resto basti guardare.a cosa sta succedendo alla kasta dell'arte...
RispondiEliminaFranca
Ho letto l'intervista a Fazi sulla P. Divertente, specialmente quando dice che le fascette sul "Cento colpi di spazzola" che recitavano tre milioni di copie vendute fossero mendaci. Marketing, eh?
RispondiEliminaEliana
Ma perche' la Panariello sarebbe una scrittrice?
RispondiEliminaPensavo fosse una dolce opinionista tv. Scherzi a parte, divertente il botta e risposta tra lei e l'ex suocero, mister Fazi. Davvero...
Mirella
Lei e' troppo modesto. I suoi libri vendono non perche' sono composti da racconti ma perche' sono belli e ancora esistono, anzi esistiamo, noi lettori che aborrono il commerciale e le porcherie di oggi! E anche la sua fantascienza non e' certo quella di serie zeta... E' invece sociologica e molto bella. Ne e' la prova il fatto che il solo libro di fantascienza che conservi e' il suo Quattro ombre azzurre
RispondiEliminaViviana
Parole sante
RispondiEliminaSamuele
Ma io non capisco questo fatto. Perche' i grandi editori non investono sugli autori bravi oltre che su quelli costruiti a tavlino o tradotti? E' proprio proibito' affiancare sugli scaffali la Meyer e un nome bravo, magari italiano?
RispondiEliminaSara
Diciamo che non e' giusto. Perche' non fare diversi settori? Che ne so, uno x i vip, uno x gli autori inglesi e americani e l'altro x gli italiani. Ah gia' siamo italiani, scusate!
RispondiEliminaDiana
X Lina
RispondiEliminaVero, la Meyer non e' italiana, ma x una Meyer che hanno gli americani quante Strazzulla abbiamo noi? Una volta gli yankee erano niente altro che simpatici tamarri americani, oggi gli yankee siamo noi. Bella cosa
Bianca
Sara, un bravo autore italiano? Di Fantasy? E chi sarebbe?
RispondiEliminaFederica
Viviana sei una grande!
RispondiEliminaSofia
E vogliamo parlare delle recensioni lecchine?
RispondiEliminaGaia
Beh, Samantha, un titolo che a me piace è Sulle ali di Althaira, per esempio, ma penso non conti no? A me piacerebbe leggere il romanzo, ma non lo trovo da nessuna parte!
RispondiEliminaLisa
Bryan di Boscoquieto sembra davvero cheap, ma del resto non è che la Panariello chissà cosa scriva... Vabbè quello è fantasy la Panariello no. Una domanda: ma qual è il genere di costei?
RispondiEliminaGrazia
Ho letto l'intervista a Fazi. Senza parole, ma davvero senza parole. Fa più bella figura lei e a me la Panariello bnon piace per niente.
RispondiEliminaEleonora
Ormai non è possibile stupirsi di nulla!
RispondiEliminaSerena
Condivido gli altri fan. Incredibili certe cose. Sembrano queste di fantascienza, poi scopri che invece sono vere... Ma non si può più credere a nessuno? Una volta la pubblicità era più o meno in equilibrio oggi invece sembra più che altro un condizionamento. No perché è evidente che nessuno comprerebbe certi libracci se non fossero presentati di continuo in tv o sui quotidiani. Che bello!
RispondiEliminaRosa
Cara Grazia,
RispondiEliminaIl genere della P e' il porno soft, credo. Perche' nessuno mi convicera' che i suoi son libri accostabili a quelli della Nin... Ma proprio per niente
Barbara
Ti quoto, Bianca.
RispondiEliminaMarco
So che non scrive Fantasy ma penso che anche Baricco non sia questo granche'. I suoi libri sono visti come glamour ma non ho mai capito il motivo. Anzi, non li capisco proprio.
RispondiEliminaMaria Pia
Diciamo anche un'altra cosa. Gli italiani scrivono tanto, piu' di quanto leggono e questo e' noto. Come se il leggere non fosse importante perche' tanto col talento ci nasci e basta. Vero, col talento ci nasci, ma devi anche coltivarlo. Nessun karateka di nascita puo' qualcosa contro un esperto di karate che si allena venti ore al giorno. E l'allenamento del,talento letterario e' leggere. Ho visto molte delle interviste alla Strazzulla, ma anche alle Ghinelli. E dicono che non hanno mai letto nulla oltre Tolkien. Adesso mi spiego tante cose...
RispondiEliminaMonia
Nessuno qui sembra aver colto un altro aspetto dell'italiano alla macchina da scrivere: il suo provincialismo. Gli scrittoroni nostrani parlano sempre di tragedie familiari, ragazzi emarginati di Roma, Torino, Milano, Palermo ecc, lacrime e lacrimucce esistenziali, mafie ed eventuali, adolescenti coi soliti dilemmi della loro eta', seconda guerra mondiale italiana oppure, al limite, abientazione al regno di Napoli. Che palle!!!!!!!!!!!!!!! E non ditemi che questi sono temi propri del paese. Che diamine fanno quei fantasy che hanno per protagonisti ragazzini di Milano, Roma e via dicendo? Gli italiani scrivono cosi' e leggono cosi'. Solo Evangelisti, che pure mi pare si sia commercializzato negli ultimi tempi, scrive bei fantasy, a parte i due libri sui pirati, secondo me pessimi. Ah va bene, poi c'e' Valentini. Ma non e' come gli altri, categoria diversa. E migliore.
RispondiEliminaKatia
Ho letto La ragazza drago.... Mai piu'!
RispondiEliminaIvane
Magari certe cazzate fossero di Fantascienza, cara Rosa. Invece esistono davvero e le librerie le vendono!
RispondiEliminaSimona
Certo che la copertina di Bryan di Boscoquieto e' proprio ridicola!!
RispondiEliminaLara
Lisa, il romanzo non si trova, in effetti. Secondo me i primi due libri potrebbero diventare da collezione, un giorno.
RispondiEliminaIsabella
Per me da collezione i primi due lo sono gia'. Per esserlo x tutti dobbiamo aspettare che il nostro scrittore preferito diventi molto noto.
RispondiEliminaSonia
Porno soft... Buahah ah ah!!!!!!!!! Barbara sei una grande!!!!!!!
RispondiEliminaBianca
Baricco? La scuola Holden per imparare a scrivere e' sua se non sbaglio. Non mi dicono nulla i suoi libri. Non ne ho mai capito la valenza. Da una parte sembrano impegnati dall'altra, sinceramente, non dicono nulla. E poi quei capitoletti da mezza pagina... Boh
RispondiEliminaCarmen
Beh vicino a Solomon Kane quel Brian fa la parte di quel che e'... Un pirla!!!!!!!
RispondiEliminaChiara
Visti all'iper dopo una vita. E in libreria, anche. Lui ha comprato un libro e Anto ne guardava un altro...
RispondiEliminaMargherita (Rende)
Evangelisti mi e
RispondiEliminaSempre piaciuto, specie per la saga dell'inquisitore, ma ultimamente mi e' scaduto un po'. Troppo in giro...
Sofia
La scuola Holden x scrivere bene costa un botto. La gente ci va, credo, con la speranza di essere poi pubblicata e intanto sogna. Io non ho mai creduto nelle scuole di questo tipo m a ognuno faccia pure quel che gli pare
RispondiEliminaMargherita (CS)
Visti anch'io all'iper ma vicino al Panino Genuino. E' carino vederli...
RispondiEliminaAngela
La Panariello non era una scrittrice ma un'opinionista.E mister Fazi un illuminato che ha trovato il talento del secolo. Ora si detestano.... Eeeeeh, come curioso e' il mondo
RispondiEliminaFederica
I suoi libri sono speciali punto. Sono belli, racconti o romanzi non,fa differenza, per chi ama la buona narrativa.
RispondiEliminaJessica
Non so se ha mai letto Unika, con tanto di k!!!!!!!!!!!!!!... Se non lo ha letto non lo faccia. Ha presente Bryan e Nihal? Ecco appunto, ma in versione angelesca....
RispondiEliminaLaura
Ragazzi come siete bastardi sugli italici autori. Ma poi penso che siete veritieri hi hi hi!
RispondiEliminaMartha
Adoro questi argomenti. Mi ricordano di quanto e' bello essere italiana
RispondiEliminaElisa
Evangelisti? Non mi ha mai ispirato...
RispondiEliminaSara
Sempre cosi'. Avvistamenti si, no, forse, non si deve parlarne ma poi,ne parlano tutti. Il gossip, che bella invenzione
RispondiEliminaAzzurra
Grande Val...
RispondiEliminaSerena