Siori e Siore eccomi a voi per un nuovo post e a grande richiesta risponderò ai quesiti che mi avete gentilmente fatto. In realtà avrei voluto parlarvi de “L’uomo nell’ombra” il film che ho visto di recente. Ma, considerate le vostre legittime curiosità nei confronti della mia produzione letteraria ho deciso di soprassedere. Un giudizio sul film lo voglio dare ugualmente per quanto sintetico esso sia. Un bel 8 pieno soprattutto per la fotografia, la location e l’atmosfera molto godibile. Mi è piaciuto molto Ewan Mcgregor mentre non mi ha convinto Pierce Brosnan, piuttosto pallidino. Comunque lo consiglio a tutti quanti vogliano passare un paio d’ore con il fiato sufficientemente sospeso per seguire un bel film.
E passiamo alle vostre domande sulle mie scelte letterarie. Sostanzialmente mi sembra di capire che vi chiediate il motivo del perché sia passato dalla composizione in massima parte basata su racconti a quella costituita esclusivamente da romanzi. Qualcuno si chiede anche se questa sia una scelta di marketing piuttosto che artistica. La risposta è semplice: non ne ho la più pallida idea. Personalmente quando mi metto a scrivere non mi pongo mai la domanda se ciò che faccio avrà un mercato o no. Questo perché non inseguo sogni di notorietà impossibili o manie di grandezza economica, per quanto ovviamente mi piacerebbe vivere di quello che scrivo. Forse la migliore risposta è che questi romanzi dovevano essere scritti.
Il perché è semplice. Con “La donna che sussurra nel vento” mi resi conto di aver esaurito le suggestioni all’origine di quel tipo di racconto e che se avessi continuato su quella strada, quella sì, sarebbe stata una scelta commerciale perché avrei scritto le stesse cose. Con la seconda generazione sto sperimentando moltissimo le mie potenzialità e possibilità e mi sono reso conto che le sole strade che potevo battere erano basate su struttura e tecnica da romanzo. Sono, come sapete, quattro romanzi appartenenti a un periodo molto difficile della mia vita. Sono la legittima evoluzione di un uomo che scrive come forma quasi autodiagnostica per meglio comprendere se stesso. Ecco perché in questi romanzi molto più che nei racconti non troverete mai una morale borghese o comunque politicamente corretta. Tutti questi lavori sono carne e sangue, sono dolore, rabbia, frustrazione, speranza. Sono ciò che agita il mio animo e che preme sugli angoli della mia coscienza per uscire alla vita. Molto simbolici, complessi, metafisici per certi aspetti giustificano in pieno l’appellativo di Seconda Generazione. C’è una differenza fondamentale tra questi e la Prima. Mentre in quest’ultima mi ispiravo ai miei autori preferiti, in questi mi ispiro a me stesso. Quanto alla possibilità di scrivere ancora racconti non è affatto tramontata. La mia mente mi da molto spesso l’ispirazione per storie che possono essere tranquillamente racconti completi e ho deciso di tenere un quaderno dedicato appositamente a queste idee. Come già molti prima di me anch’io mi baso molto sui sogni e sulle mie lucide follie. Questo fa sì che una prossima antologia di racconti forse di Fantascienza firmata dal sottoscritto possa comunque vedere la luce. Infatti è mio proposito fatto speranza la possibilità di concludere questa Seconda Generazione che rappresenta il punto più alto delle mie limitate capacità letterarie e lasciarmi alle spalle periodi difficili, complessi ed estremamente impegnativi che sto cercando di esorcizzare proprio con questi romanzi. Spero di aver soddisfatto le vostre curiosità e di sollevarne molte altre perchè i vostri commenti sono per me fonte di grande interesse.
Ps. Ho scelto la locandina originale di "Solaris" perchè considero il romanzo di Lem come un capisaldo metafisico che mi è vicino come pensiero in questo momento. Adesso tocca a voi commentare. Grazie di seguirmi...
Massimo Valentini