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domenica 14 ottobre 2012

Scrivere baby o scrivere davvero




Come sapete il vecchio detto di popolo di artisti, santi e navigatori è tipico del nostro Paese. Non è affatto raro incontrare, sulla Rete, domande e risposte, tipicamente su Answers, di persone che chiedono ingenuamente trucchi e dritte per scrivere un libro. Una richiesta che fa il paio con le velleità canore che furoreggiano ovunque, come testimoniato anche dai soliti, onnipresenti reality arrivati alla mille-millesima edizione su tale falsariga. Lasciando perdere il mondo del canto, che non è di nostra competenza, sembrerebbe però che l’Italia sia un paese di aspiranti scrittori, e che molti di questi sono adolescenti. Ricordo che, anni fa, un pomposo Maurizio Costanzo, dal palcoscenico del suo omonimo Show, presentò al pubblico una scrittrice che definirei iper-baby (una bimbetta di pochi anni) che aveva pubblicato il suo primo libro. Alla domanda del cosa pensasse del libro che, se ricordo bene, inneggiava alla vita, ella rispose: “La vita è un raggio di sole!” e giù applausi come se piovesse. Tornando a tempi più recenti e al solito Answers, domande del tipo “come si scrive un libro?” o “Salve, vorrei scrivere il mio primo Fantasy. consigli?" oppure  "Ho finito di leggere Tolkien e i libri della super-stra-mega-fantastica Licia! Adesso vorrei scrivere un romanzo io...  10 punti a chi mi risponde, please!”  sono la norma. Domande che si aggiungono ad altre, anche più gustose, che fanno: “Voglio scrivere un romanzo… Però ditemi la trama!” come se questa si trovasse al supermercato pronta e in offerta speciale. Non c’è nulla di kattivo a porre domande del genere, se non fosse per un dettaglio: scrivere, anche se non sembra a un osservatore superficiale, non è esattamente come bere un bicchier d’acqua. Si può imparare, ma non si trova pronto su internet né si può pretendere che qualcuno ti riveli la trama del secolo, magari senza vampirelli mosci ed elfi yahoi tra i piedi. La cosa carina è che buona parte di tali pretendenti al trono dello Scrittore Superfighissimo, mostrano poco rispetto per la sintassi italiana, visto gli svarioni grammaticali degni del bimbominkiese più trito. Il fenomeno è ormai di costume da quando, complici case editrici più o meno furbette, sono diventati di moda i cosiddetti baby-scrittori. Ecco la definizione tipica:

Un “baby-scrittore è una persona, di solito non ancora maggiorenne, che riesce a scrivere un romanzo (probabilmente Fantasy o urban-Fantasy) raggiungendo un grande successo di critica e di pubblico. “Baby” è ingrediente importante per garantire una freschezza immaginativa adeguata al progetto di trame innovative e nuove, di grande seduzione letteraria”.


Traduzione per il volgo:

“Dicesi baby scrittore una persona adolescente tra i 12 e i 18 anni che riesce a pubblicare il suo libro grazie a politiche di marketing indovinate. Di solito, non ha mai letto un Fantasy (se pubblica un Fantasy) o comunque scrive grazie a ispirazione fornita dalla Strazzulla, dagli starnuti. Capita anche che scopiazz  tragga ispirazione dal solito Tolkien o, nei casi meno fortunati, dalla Troisi (quella che batte a casaccio sulla tastiera per inventare i nomi dei propri personaggi). Le conseguenze sul piano letterario sono disastrose, ma in compenso fa molto figo perché a 14 anni pubblica con Mondadori e voi no... gnè gné, gnè!”

Già che ci sono comincio subito col dire che io ho iniziato a scrivere a 14 anni, buttavo nel water ciò che facevo, ma ho cominciato il mio primo romanzo a 16 anni. Ho però iniziato a vendere i primi racconti a 18 e ho pubblicato per la prima volta, col mio nome, a 33 anni. Non ho intenzione di usare il politicamente corretto perché non mi interessa farlo e so distinguere l’educazione dal moralismo bigotto da quattro soldi; quindi proseguo col mio ragionamento. Ciononostante, sono consapevole di essere umano, e quindi di sbagliare, e non pretendo che queste note passino per Verità Assoluta et Universale, ma sono comunque un mio pensiero ben “aiutato” dalla mia esperienza letteraria. Ciò mi rende certo di non scrivere stupidaggini
Copertina di "Eragon"
Storia:

La storia del baby-writer cominciò con Paolini (Christopher) che alla bella età di 15 anni scrisse "Eragon", un  romanzo che capitò tra le mani di Carl Hiaasen, scrittore noir, che lo propose alla sua casa editrice. "Eragon" divenne un caso editoriale da 25 milioni di copie. Al di là del fattore C di Paolini, non possiamo dire che di Fantasy non ne masticasse, anche se "Eragon" sembra pari pari la versione Fantasy di Star Wars… A latere del suo straordinario successo ecco comparire la trilogia di "Acqua-Silva", di Anselm Audrey (nata nel 1982) da noi edita dalla Editrice Nord. In Francia, Flavia Bujor pubblicò a 13 anni  “Le tre pietre”, edito da noi dalla Sonzogno. La Perfida Albione, l’Inghilterra, è invece la patria di Catherine Banner che a soli 14 anni scrisse “Gli occhi di un re” ed è stata pubblicata da noi dalla Mondadori. Non sono tutti i casi di autori stranieri ma solo un assaggio. In Italy troviamo la già citata Licia Troisi che poco più che ventenne, allora, pubblicò “Nihal della terra del vento”, con Mondadori.
Un baby writer contento
A questo proposito, è curioso notare come i fan trovino notevoli cambiamenti di qualità negli altri due libri della sua prima trilogia, quando invece si trattava di un solo libro-mostro da migliaia di pagine diviso per motivi di marketing dalla Regina. Luca Centi, classe 1985, scrisse invece “Il silenzio di Lenth” per la Piemme. Chiara Strazzulla, sì, quella che scrive a starnuti, esordisce con le 800 pagine de “Gli eroi del crepuscolo” marchiato Einaudi. Non dimentichiamo Alessia Fiorentino, che ha scritto “Sitael, la seconda vita” per la Dario Flaccovio. (nonché di prossima rece su questi lidi). Il già recensito “Bryan di bosco quieto nella terra dei mezzi demoni” è di Federico Ghirardi, per la Newton & Compton. Non sono i soli: ne esistono tanti, tantissimi altri. La domanda che sorge è una sola: perché? Prima che qualche furbastro dica "dici così perché sei invidioso!” la domanda in questione andrebbe in realtà scritta così: “I romanzi di questi giovani scrittori sono validi? No, e questo nel 90% dei casi. Molti di voi mi hanno mandato almeno un romanzo di tali nomi che mi ha fatto letteralmente cadere le braccia. Il difetto principale è che, nel caso di Fantasy, tutti, da Paolini alla Strazzulla, da Ghirardi a Elisa Rosso, sembrano essersi ispirati al solito Tolkien. Non ho mai notato trame nuove, personaggi diversi dai soliti, tematiche differenti. Non solo: intrecci e stili sono anche abbastanza mediocri e questo è un dettaglio di non poco conto giacché molti di questi romanzi sono stati pubblicati da Big e non da casette editrici dove lavorano 4 persone. Spesso i personaggi sono senza carattere (come Bryan di Ghirardi: un perfetto idiota! Il personaggio, dico, non l’autore). Dobbiamo anche evidenziare che questi libri sono tutti di genere Fantasy e sono fatti davvero col copia e incolla. Apritene uno a caso e vedrete la solita cartina geografica disegnata col compasso e quella sarebbe, per loro, l’ambientazione. Dal punto di vista dello stile, e quindi della tecnica, le cose non sono esaltanti. Pov ballerini, infodump a manetta (tanto è Fèntasy!) stili scadenti, personaggi che definire piatti sarebbe un eufemismo, definiscono la vera essenza di questi libri e cioè che poco importa da chi sono pubblicati: sempre scadenti sono. Ma perché pubblicare da giovanissimi? Perché non aspettare di migliorarsi, di continuare a leggere sempre meglio e, di conseguenza, scrivere sempre meglio? La mia spiegazione è che oggi si è tutti affetti da un terribile morbo: protagonismo. Genitori che considerano i propri figli come geni anche se hanno scritto solo tre paginette e che corrono a vantarsi con amici, parenti e a inviare lettere agli editori. Se ci pensate bene la cosa non è diversa da quei baby cantanti, così ben ammaestrati da media e genitori, che sgomitano tra loro sul palco di una nota rete italica. Baby cantanti che parlano, anzi no, che cantano di amore, sesso, filosofia ecc, in un modo che sinceramente considero agghiacciante. Così è per quei genitori che chiedono al figlio/figlia: “quante pagine devi scrivere, ancora?” o “Aspetta che chiamiamo zio X che ha contattato l’editore Y perché sei davvero bravxxm!!!!” Ovvio che dal canto suo, il baby scrittore crederà davvero di essere Poe, magari senza sapere chi era poi, stò Poe!  E gli editori? Beh, per loro è marketing e quindi guadagno, vi pare? Ignoreranno il massacro della lingua italiana, si faranno beffe della trama e pubblicheranno il giovane esordiente con una minima passata di editing (leggete uno qualsiasi dei libri della Troisi e vedrete…). In libreria, se è una Big, il libro ostenterà con orgoglio la fascetta che recita: “capolavoro scritto solo a N anni…” e subito una marea di pubblicità, seguita dalle recensioni entusiaste di tutti i lecchini critici compiacenti, mentre il pubblico poco specializzato berrà con entusiasmo la balla dei milioni di copie venduti. Non credo che quello descritto sia un panorama immaginario: è sufficiente guardare alla marea di nuovi libri pubblicati ogni anno e l’ego degli autori pubblicati che non accettano la minima critica alle loro opere. Adesso, già vedo le critiche di chi taccerà chi scrive di “invidia”, “kattiveria” e “arroganza” e bla, bla e bla, il fatto è che per giudicare un libro servono tempo (per leggerne tanti), voglia (per fare la stessa cosa senza guardare sempre e solo la televisione) e competenza (ovvero una testa che funzioni scevra da idiozie perbeniste da quattro soldi) E prima che lo dicano altri lo faccio io: Ho pubblicato finora sei libri, nessuno a pago anche se  non ho mai pubblicato con Mondadori o con l’Einaudi, ma con piccole case editrici. Voi sapete che un altro mio libro è prossimo alla pubblicazione e, se Althaira mi aiuterà, così sarà sempre. 
Writer autentico al 100%
No, non sono invidioso e no, non voglio essere ricco, famoso e amato dalla figa. E non sono contro la gente che ha la passione di scrivere, sia chiaro: preferisco vedere gente che scrive, Fantasy, SF o quel che vuole, invece di sparare stronzate alla Lapo Elkan, di ubriacarsi, o di  sbavare all’uscita dell’ultimo modello di supertelefonino che fa figo. Solo, quando arriva il momento di pubblicare, magari con un editore NON EAP, chi scrive, baby o meno, diventa appunto un autore pubblicato, cioè ha lanciato verso il pubblico un documento. Come tale deve scrivere libri leggibili, non ciofeche. E no, non conta con chi hai pubblicato, né quante copie hai venduto grazie alla pubblicità. Perché, e lo dico sinceramente, non mi serve l’Einaudi o la Pinco Pallo Editore per capire che i libri di una qualsiasi Melissa P sono merda allo stato puro. Quel che serve è la voglia di scrivere per davvero e per farlo, come diceva un fesso di nome Kubrick,  serva il tempo che serve. Volemose bene
Massimo Valentini


60 commenti:

  1. Vero quel che dici Val ma devi considerare che non tutti scrivono per un'autentica passione ma anche per curiosita' e voglia di distinguersi dagli altri. Lo faccio anch'io ma non ho velleita' di pubblicare. Magari un giorno ma per adesso esplico una mia passione


    Lara

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  2. Forse ho capito di quale programma televisivo parli... e concordo.


    Chiara

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    1. Melissa P e i suoi libri sono stati un fenomeno editoriale... e in effetti lei non mi piace tantissimo... si da arie da intellettuale ma i suoi libri sono scritti coi piedi... degli altro non so.


      Barbara

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  3. Protagonismo e' vero. Oggi scrivono tutti e cantano tutti. Ma sono anche tutti calciatori o ballerini o attrici di teatro... non discuto la passione ma il piu' delle io tutti questi geni non li vedo


    Mariella

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  4. Melissa P e i suoi libri sono ststi un fenomeno editoriale... e in effetti lei non mi piace tantissimo... si da arie da intellettuale ma i suoi libri sono scritti coi piedi... degli altro non so.


    Barbars

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  5. Fabio Volo.... non e' un baby ma scrive da cani lo stesso he he he


    Francesca

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    1. Sono stupefatta dalla gente che decide di scrivere senza avere nulla da dire… ed eccoli lì a copiare. Poi qui da noi il Fantasy è ormai diventato una barzelletta grazie a baby scrittori e a editori ignoranti e tesi solo al guadagno. Una volta un libro era un documento importante del quale parlare e discorrere. Adesso complici anche le case editrici a pagamento lo possono scrivere baby e imbecilli qualsiasi. Imbecilli che se sono anche noti vendono lo stesso. Penso a quei libri scritti (scritti?) da calciatori che per carità saranno bravissimi quando giocano ma a scrivere… che hanno da dire? Quante donne hanno conosciuto? Quante partite hanno giocato? E allora?

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  6. Federico Ghirardi con il suo Bryan ha secondo me scritto schifezze che superano le porcate della Troisi...


    Erica

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  7. Geni del nulla. Detesto queste cose. Esiste gente che scrive da anni senza manie varie. Come i cosiddetti geni del teatro convinti da mamma'... bah troppi reality hanno mangiato il cervello della gente

    Monia

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    1. A 14 anni anch’io mi ero persuasa a scrivere un libro. E già, pure il mio era Fantasy. Scritto, finito e rivisto per due anni. E poi l’ho gettato via, anche perché era evidentemente una porcheria. Scrivere è complesso e ammiro chi riesce a farlo dando prova di risultati di rilievo. E’ una cosa di onestà: se non sai fare una cosa allora non proporti. Devo anche dire che i miei non erano convinti di avere una genietta in casa anche ed è stato mio padre a dirmi di continuare a scrivere, lui che è “solo” un ragioniere. E sì che conosciamo qualche editore nella mia zona ma nessuno di noi ha mai pensato a contattare nessuno. Ora, quel che scrivi, sui genitori convinti di avere un genio della narrativa, ce ne sono a bizzeffe. E non mi frega, io lo dico, mi fanno abbastanza ridere. Se il mondo è fatto di gente convinta di “essere” quando invece è la norma è anche per costoro. Poi gli editori ci marciano ma è il sistema che fa senso. Vedi i reality dove pare che le selezioni coinvolgano gente che più stupida non si può. Il marcio del marcio.

      Federica

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  8. Baby scribacchini ha ha


    Sandra

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  9. Se si guarda allo stile, alla tecnica alla trama è evidente che questi libri, quelli scritti dagli adolescenti sono solo minestre riscaldate. Tu hai pubblicato una foto di Hemingway ma non hai scritto chi sia. Forse lo hai fatto scientemente ma dubito che qualcuno di questi geni sappia riconoscerlo. Non credo sanno neanche che aspetto avesse Tolkien. Non sanno nulla pretendono di scrivere. Poi si vedono i risultati


    Marica

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  10. Non credo si possa dire che i deficienti della penna sarebbero solo gli adolescenti. Guardate Moccia e Fabio Volo. Guardate la Meyer. Guardate la Mazzantini che scrive libri porno travestiti da romanzi. Non mi pare che costoro abbiano pubblicato da adolescenti.


    Lucia

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    1. Credo che sia importante anche il target del pubblico. Onestamente, Moccia scrive schifezze. E sembra che invece di 40 anni ne abbia 14. Di recente ho letto un libro Ti Voglio Un Kasino di Bene. Letto perché ero curiosa di sapere cosa ci avesse scritto l’autrice. No comment. Forse la Meyer scrive meglio ma non ho letto nulla dei suoi libri. E non intendo farlo


      Ornella

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  11. Io adoro i tuoi libri. Ma adoro anche quelli di tanti altri. Sai cosa mi piace di te? La tua purezza. Ho imparato a memoria ogni singola parola della tua breve intervista per la tua casa editrice. Sono impressionata dalla tua serietà e capacità anche solo di far capire, parlando, i tuoi libri a chi legge. Sei speciale. Poi vedi i vari creitini della penna, che abbiano 16 o 50 anni poco importa, che dicono sciocchezze e le cretine che li applaudono anche. E’ questo che odio, la prostituzione intellettuale come se l’arte fosse a buon mercato.. Non è così. Scrivere davvero è una delle attività più complesse che un artista possa scegliere.

    Carmen

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  12. Credete che qualche baby scrittrice abbia studiato? La Strazzulla disse una volta che non aveva mai letto un fantasy prima di scrivere “Gli eroi del crepuscolo”. E infatti si è visto come del resto anche una tua recensione ha evidenziato. Diciamo che la gente oggi vuole esser qualsiasi cosa senza fatica. Un vero schifo


    Isabella

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    1. Val scrive: "No, non sono invidioso e no, non voglio essere ricco, famoso e amato dalla figa"

      ma noi lo amiamo lo stesso!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


      Lina

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  13. Scrivere è ormai una moda: tutti scrivono, tutti devono scrivere un libro e tutti devono pubblicarlo, perché se l’hanno scritto e poi non lo pubblicano cosa l’hanno scritto a fare?n Tutti della specie bimbiminkia, secondo me, basta leggere il tono di certi tizi. Avete mai curiosato un forum di Federico Moccia?

    Ivane

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    1. Quel che dovrebbe essere importante è scrivere un buon romanzo indipendentemente dall’età. Che poi serva l’esperienza e una bella dose di umiltà per scrivere qualcosa di efficace è ovvio. Non così ovvio per molti, pare. Ma del resto, come giustamente dici, noi italiani siamo un popolo di artisti, poeti e navigatori. O forse eravamo?


      Stella

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  14. Al pensiero dei baby cantanti rabbrividisco… e quelle facce… ma quelli che condanno, media ipocriti a parte, sono i genitori. Davvero delle facce di m@@@a


    Simona

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    1. La causa è dei genitori che sempre più spesso non solo non capiscono un bel nulla di narrativa seria ma sono anche convinti con grande arroganza che il loro bambino abbia scritto un capolavoro. Questi individui sono quelli che scorrazzano su quei programmi canterini che onestamente fanno schifo anche a me. Senza contare che quelle facce di bronzo dei baby cantanti sono così catechizzati di essere fenomeni che sinceramente non so chi manderei a quel paese se loro o i genitori. E non sono invidiosa: io ho 16 anni e non mi va di essere “usata” dai signori della tv o della carta pubblicata. A me piacciono i libri ma non è una cosa per me. Le mie qualità evidentemente sono altrove


      Rosa

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    2. Chi nasce con questo talento esiste ma non vuol dire che sappia anche scrivere. Del resto Virgilio era un contadino eppure… Ma forse oltre a essere contadino lui era un talento vero. Ma oggi come si fa a riconoscere lo sterco dalla seta se te lo presentano come se fosse oro? Diciamo che il mondo è fatto di squali e di imbecilli convinti di essere aquile


      Maria

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  15. Ciao Val!
    Complimenti per questo tuo spazio e per i post. Sono una tua fan dai tempi di “Gabbiani delle stelle”, il libro dico. Non posso che quotare il tuo pensiero. Come tu stesso dici è bello che la gente voglia scrivere ma dovrebbe farlo con cognizione di causa e non perché si crede un genio o i genitori pensano che lo sia. Dovrebbe farsi avanti e studiare e provare e riprovare. E poi non è forse vero che più si scrive, più si migliora? Non tutti hanno il talento ma almeno ci si può provare. Il tempo è importante. Complimenti per i tuoi libri e per “PRIMUS”. Secondo me eccellente, fantastico, stupendo. Sono innamorata di Primus, il protagonista, e gelosa che se la spassi con Lei. E a volte penso che sarebbe bello essere come Althaira.

    Rita

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  16. E’ la commerciabilità ad aver dissolto il lavoro di scrivere. Per un artista autentico quanti falsi esistono? E non penso sia solo questione di età. Quanto imbecilli di anta anni scrivono e sono anche osannati?

    Lea

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    1. Tanti, sono osannati tanti. Ma sono tutti imbecilli

      Marcello

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  17. Quando ero al secondo anno di università cominciai a pensare a una storia fantasy. Scrissi 24 pagine e poi cancellai tutto. Perché? Perché mi faceva schifo. Quelle pagine le ho però conservate e neanch’io so il perché. Però, quando mi capita di vedere in libreria le ultime porcate di certi porcari, scusate il gioco di parole, a volte penso di essere stata scema. Davvero, ma che fanno gli editori? Possibile… sono tutti ignoranti? Ho letto molti dei tuoi libri e quel che mi piace di più è senza dubbio “Primus” che per me è un capolavoro. Adesso, io leggo qualcosa tipo 300/360 libri all’anno e non scherzo. Mia sorella, lettrice anche più onnivora e scafata di me, ne legge anche di più. Non ho mai trovato un romanzo come il tuo. E allora penso: quelli come te saranno pochi visto che la stragrande maggioranza degli italici scrivono sempre di:
    Fantasy (quasi tutti)
    Mafia (Lucarelli)
    Ammore melodrammatico di serie Z (Moccia docet)
    Eccheppalle!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    Sara

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  18. Allora, la prima cosa che voglio dirti, ma ormai sta diventando ovvio, è che anche questo post è parecchio evocativo. Sono contenta che esista ancora gente come te capace di non farsi abbagliare dalle porcherie editoriali anche se a pubblicarle sia la stra-mega casa editrice del mondo. Detto tra noi, neanche a me piace la P ma vorrei vedere a chi potrebbe, almeno, a chi possiede un cervello

    Samantha

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  19. Non sono una scrittrice, anche se mi piacerebbe esserlo. Sono contenta di leggerti e amare le tue storie. Sono felice che tu esista perché dimostri di essere un artista vero, non un fake, non uno di quelli che sono stati pubblicati perché ggiovani o aiutati da… Ho molto apprezzato e ammirato il tuo rifiuto di vari contratti editoriali sia per “Primus” che se non erro anche di “Quattro ombre azzurre”. Pochi lo avrebbero fatto, tu ci sei riuscito.


    Angela

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  20. Parole eccelse e vere


    Sofia

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  21. Risposte

    1. Essere decenti, almeno decenti, quando si scrivono anche poche righe dovrebbe essere cosa seria. Amico o amica frustrata di SEI SOLO INVIDIOSO guarda che sei davanti a uno specchio. E tu non sei lo specchio


      Viviana

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    2. Non è che sei te invidiosa, cara? E perché voi saggi deficienti non usate mai scrivere il vostro nome?

      Marzia

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    3. e tu sei deficiente. ma almeno leggi prima di parlare. Vabbè che te forse fai parte di quella schiera di gente che parla senza mai sapere nulla


      Jessica

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    4. Che vi importa del nulla? Periodicamente appaiono questi cretini che sbavano di rabbia e invidia. Vi rode che seguiamo uno con i controfiocchi, eh? E già, perché vorreste essere voi ad aver pubblicato sei libri e di questa qualità... voi cosa fate invece, giocate con le bambole? Pagate 4000 con IL FILO per pubblicare? Fate ridere


      Stefania

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    5. Da che pulpito... una persona che non usa firmare col proprio nome non è degna di rispetto

      Vicky

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    6. Idiota imbecille. Invidia? E per cosa? Credo che Val faccia gola a chiunque voglia pubblicare


      Roberta

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  22. Non hai parlato di una cosa: del perché i libri dei baby scrittori sembrino così di moda. Secondo me è perché il pubblico che li legge sono coetanei e pensano: se questo ha fatto successo allora potrò essere anch’io uno che scrive. E si esaltano. Peccato che però i libri “veri”, quelli cioè che hanno fatto la storia della narrativa mondiale, siano sempre stati scritti da adulti. Vedi La Storia Infinita o Zanna Bianca o Moby Dick. O Primus che per quanto mi riguarda è un vero capolavoro e non lo dico perché è il tuo ultimo romanzo ma perché è sinceramente quanto di meglio abbia letto pubblicato da uno scrittore italiano. E tanti saluti e baby scrittori e ai soliti pappagalli italici della parola pubblicata


    Diana

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  23. Alla fine si va sempre a parare alla stessa argomentazione: molti di questi e non parlo solo dei baby ma anche degli old scrivono perché vogliono avere successo. Nulla di trascendentale ma non è una motivazione eticamente alta. Alla fine è sempre roba commerciale, roba che usi, consumi e getti via


    Eliana

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  24. Sono d’accordo con quanto detto. Comprerò il tuo ultimo libro

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  25. Io penso che sia una questione di educazione e carattere. siamo sinceri: chiunque sarebbe ben felice di pubblicare un romanzo. Io stessa conosco molta gente che ha pubblicato, anche a pagamento, romanzi. Solo che si vantano pure ed è da idioti: io non mi vanterei di aver speso migliaia di euro solo per dire all'amica di essere una scrittrice. Mi sembrano quelli che fanno follie per l'ultimo i-phone aspettando fuori dai negozi di notte. Forse è quel che dovrebbero fare i baby scrittori: aspettare e intanto migliorare.


    Mara

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  26. Non voglio proprio parlare di quei "mostri canori" prodotti a immagine della trash tv... esiste modo e modo di mostrare le qualità dei bambini... Lo zecchino d'oro era eccellente per questo! Quanto ai baby scrittori semplicemente mancano di esperienza. Potranno anche essere bravi, non nego che qualcuno lo sia, ma affrettare le cose cosa comporta? Ma chi se ne frega a quanti anni uno pubblica? Meglio attendere e scrivere meglio


    Franca

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  27. Baby? una volta si diceva che se i ragazzini osavano fare le cose degli adulti puzzava loro la bocca di latte. Non sarei così drastica ma se mio figlio mi dicesse a sedici anni di voler pubblicare gli direi che può ancora esercitarsi e poi andare fuori con gli amici. Secondo me chi rovina libri e il Paese sono genitori, media ed editori. Per motivazioni diverse ma tutte abbastanza schifose


    Margherita

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  28. Un romanzo come "Primus" non lo saprebbero scrivere molti trentenni figuriamoci uno di 14 anni. Ma scherziamo?

    Laura

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  29. Considerato lo scarso livello di competenze linguistiche sarebbe il caso che invece di provare a scrivere un romanzo studiassero come scrivere frasi usando un buon italiano e questo non lo dico solo ai baby scrittori ma agli italiani in genere. dici bene: una volta la nostra era la terra di Poeti, santi e navigatori ora di ignoranti. Non tutti ma tanti sono proprio incapaci di scrivere parole coumnissime come si deve...


    Lorenzo

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    Risposte
    1. Parole tristi però vere


      Gaia

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    2. Quoto! C'è tanta gente che ha noie con le doppie e gli accenti. Per non parlare del verbo Essere. Altro che artisti: ignoranti!

      Paolo

      Elimina
    3. Beh concordo con Lorenzo. La gente ormai vive in un mondo dove tutti sanno fare tutto ma non possono essere criticati. A casa mia questo stato di cose si chiama superbia. I media invece lo definiscono scelte. Che poi fa rima con ipocrisia. Hai 16 anni? Scrivi pure ma non creerai un capolavoro. E quei genitori convinti di avere Einstein in casa sinceramente li manderei a...

      Marcello

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  30. Migliorare?

    Magari!!! Molti sono effettivamente spronati solo dalla voglia del successo subito. Perché sennò esisterebbero tanti fan di Moccia e della Meyer? Il primo scrive robaccia softcore la seconda scrive pseudo urban fantasy... vabbè...


    Eleonora



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    1. Moccia e Meyer farebbero una bella coppia... di idioti

      Riccardo

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    2. La gente non legge però pretende di saper scrivere... e gli asini volano

      Vincenza

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    3. E fanno politica...

      Vanessa

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  31. Semplicità e voglia di migliorare sempre. Sono le qualità di qualsiasi persona che voglia scrivere seriamente. Quel che serve, oltre al talento è ovvio


    Lorella

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  32. У нас еще есть, но судя из того, что вы говорите, вокруг того, что выглядит довольно глупо. Нет подросток может написать хороший роман: где же лет, чтобы сделать это? Поцелуи

    K

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  33. "Primus" è un capolavoro. Approvo e approva anche mia sorella che di romanzi ne "consuma" tanti. Ovvio che noi due sole non facciamo testo ma è davvero insolito. ecco, quanti anni ha Val? Non certo vecchio ma neanche adolescente. Ora, se aggiungi esperienza al talento esce "Primus", se aggiungi non talento ai pochi anni esce "Eragon". Se aggiungi la vecchiaia precoce al buonismo esce "Scusa ma ti chiamo amore" :-)


    Linda

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  34. ah ah ah ah Linda: dici bene :-)

    Mara

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  35. Il teorema i Linda è gustosissimo... ancora rido!!!

    Maria Pia

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Qui, se vorrete, potrete scrivere i vostri commenti. Vi attendo numerosi...