Cosa
sono e, soprattutto, chi sono? Sono, essenzialmente, gente che scrive libri,
racconti o comunque qualcosa per conto di terzi. Sul loro lavoro, la firma non
conta: quella che appare, magari con un altro titolo, è quella del tizio o
della tizia, spesso famosa, che se ne assume la paternità.
Scrivere per conto di terzi non è sempre una
brutta idea. Io stesso, all’inizio della mia, diciamo, “carriera”, scrivevo
brevi racconti di SF per conto di una nota realtà italica. Così nota, anzi, che
è sempre sulla bocca di tutti. Per contratto non mi era possibile, se non
volevo simpatiche ripercussioni legali, dire ai quattro venti che ero io
l’Autore di quelle storie, e non certi nomi ai quali quelle stesse storie erano
affidate. Intendiamoci: ero giovane (18 anni) e molto insicuro sulle mie
proprietà letterarie e la proposta, fatta per caso, mi rendeva euforico: io,
uno sconosciuto, avrei scritto per la Tizio & Caio Editrice. “Allora”, mi
dicevo, “non scrivo affatto in modo pessimo! Allora, forse un giorno, potrò
scrivere per conto mio e magari la Tizio & Caio Editrice riconoscerà i miei
meriti e scriverò di nuovo per lei ma, eureka!, col mio vero nome.” Ricordo ancora la sensazione quando vidi il
mio primo assegno: 300.000 lire per quelle sei pagine, il mio primo racconto in
assoluto, che sarebbe andato a formare uno dei tasselli di una certa antologia
di FS italiana.
Il tempo passava e, in un certo senso,
finiva. I racconti seguivano i racconti e così gli assegni anche se, questi
ultimi, non erano mai tempestivi (alla faccia del contratto). La speranza di
incontrare gente che davvero conoscesse l’arte della parola scritta, scrittori,
artisti vari, editori… tutti fanatici del Bello, tutti eruditi di questo o quel
nome dell’Olimpo Scrittorio. Tutti,
perché no?, disposti a consigliare questo povero ingenuo, questo ragazzino con
l’hobby della pagina scritta, della ricerca, dei sogni ad occhi aperti. In
fondo, pensavo, siamo tutti sulla stessa barca: quella del Sapere. Corbezzoli:
nessuno, su quella barca avrebbe voluto far affogare uno dei propri compagni di
viaggio. O no? Beh, no! Non ho trovato nessuno di costoro. Niente amanti del
sapere, niente gente preparata e, soprattutto, niente sogni: solo un vecchio
detto: homo homini lupus volgarmente
tradotto con un bel “cane mangia cane”.
Ma per chi si scrive di solito? Per chiunque non sia più in grado di scrivere
per conto proprio. Ovviamente, non tutti possono scrivere libri di grande
valore letterario. E non era neanche il mio caso, essendo io, alla fine, uno
scrittore di SF un tantino troppo giovane (bei tempi) e soprattutto di un
genere, chissà perché, depauperato in Italy ma amato fuori. E, inoltre, di
racconti brevi, non certo di romanzi. Uno che, insomma, completava una lista,
scriveva un pezzo, dava una pennellata ma non dipingeva il quadro nel suo
complesso. Eppure, i miei racconti erano richiesti, gli assegni, pur con
qualche telefonata di troppo da parte mia, arrivavano e il mio ego era
solleticato.
Non sempre chi propone di scrivere è la Casa
Editrice dello scrittorone bravo & famoso che però, a causa del troppo
stress, ha la nota “crisi creativa” (ovvero, non scrive un’acca). Spesso,
invece, trattasi di veri idioti ma famosi oppure, di gente che scrive così così
ma che, per vezzo o per giudizio di marketing, il loro personaggio diventa
anche scrittore di comodo. Non serve che vi faccia esempi ma è abbastanza
facile capire chi potrebbero essere: veline, comici, cabarettisti che,
attenzione, NON scrivono solo qui libri fatti di frasi e frasette ma veri e
propri romanzi. Non tralasciamo però gli scrittori di grido, magari autori di
bestseller, che semplicemente non possono far fronte a tutti gli impegni. In
questi casi, il lavoro del gost writer ( altrimenti detto “nigra”) diventa
complicato.
Già perché quando hai a che fare con un altro
scrittore “vero” e non con un semplice personaggio di successo abile in
qualsiasi altra cosa ma non certo con la penna, allora devi farti in quattro;
devi studiare i suoi libri, il suo stile, capire le sue idee e discutere con
lui millemila volte al giorno per capire cosa vorrebbe tu scrivessi. In ultimo,
ma non meno importante, devi anche cercare di capire quale storia vorrebbe tu
scrivessi e farlo con uno stile che si avvicina per quanto possibile al suo. E,
credetemi, non è uno giochetto…
Di “scrittori fantasmi” ne esistono tanti, in
giro. Svolazzano in redazioni “fantasma” che ruotano intorno a scrittori e
giornalisti di successo, quelli che scrivono e pubblicano più volte all’anno.
Sareste stupiti di quanti NON scrivono i propri articoli, i propri libri, le
proprie graffianti rubriche. Non penserete certo che tra televisione, salotti,
amanti, viaggi, rubriche e cosucce del genere abbiano davvero il tempo di
scrivere. E chissà quante volte le frasi sulle quali avete sognato, le storie
che avete amato, non sono affatto le loro ma di tizi o tizie che neanche sapete
esistere. E se pensate che il mondo editoriale è tutto falso vi toccherebbe
un'altra delusione perché la risposta è sì e no. Sì perché, di 10 nomi famosi,
forse solo uno o due scrivono DAVVERO quel che dicono. No, perché, in effetti,
chi non è uno scrittore ma si atteggia a tale, magari dopo aver trascorso
decenni in televisione a fare ben altro, appena apre bocca dice solo ovvietà.
Sono kattivo, invidioso, o semplicemente ingenuo? Magari sono soltanto realista
anche se, tanti anni fa, sono stato molto, come dire, aleatorio…
Massimo Valentini
Non finisci mai di regalarmi nuove ed eccitanti scoperte relative al tuo talento. Non sapevo queste cose...
RispondiEliminaSofia
Pagina di vita vera ^_^
RispondiEliminaFederica
Adoro il mondo degli scrittori. E mi piacciono questi resoconti… molto carini
RispondiEliminaElisa
Io non avrei scritto per qualche imbecille famoso che poi si fregia del mio lavoro per far lui la parte dell’artista, ma posso capire l’entusiasmo iniziale. Bene hai fatto a camminare poi verso la tua strada
RispondiEliminaGiada
Ciaoooooooo
RispondiEliminaSilvietta
Ciao. Bellissimo post. Non sapevo questa cosa dello scrittore fantasma
RispondiEliminaSonia
Che eri speciale lo sapevo già
RispondiEliminaCarmen
RispondiEliminaQuindi tu sei stato un “fantasma”? Carino
:-)
Monia
Sei un genio. I tuoi post sono sempre in qualche modo "poetici" ma anche graffianti e sempre "saggi". Mi piace moltissimo come scrivi e, cossa forse più importante, come e cosa pensi.
RispondiEliminaLara
Bello ^_^
RispondiEliminaSamantha
RispondiEliminaCerto, le esperienze che non hai fatto!! Mi piacciono queste cose…
Lorella
RispondiEliminaMa è splendido. Cioè, hai fatto lo scrittore fantasma per una casa editrice importante italiana? E non lo puoi dire per contratto, giusto?
Franca
Ti ammiro, amico
RispondiEliminaLorenzo
RispondiEliminaHai fatto bene… hai capito che sapevi scrivere e hai cominciato un cammino autonomo
Laura
Credo sia stata comunque una bella esperienza. Fa pensare però che molti dei libri che leggiamo possono non essere di chi li firma... certo, non penso proprio che gente come vip e vippetti vari sappia usare una penna
RispondiEliminaSerena
Che ti lovo, non finirò mai di dirlo! Sei grande :-)
RispondiEliminaKatia
Molto carino. Eh, però ti sei comportato bene, molto idealistico anche.
RispondiEliminaBianca
Mizzica... sei coraggioso
RispondiEliminaVanessa
Comportamento da ammirare e dico sul serio.
RispondiEliminaStella
Più il tempo va via più scopro che hai fatto tantissime cose... figo!!!
RispondiEliminaAngela
I like :-)
RispondiEliminaK
Mi piacerebbe tanto poter fare il gost writer. Secondo me è una bella professione, molto creativa. Vabbè, io penso tu fossi sprecato ma hai fatto bene. Una carriera molto bella, secondo me
RispondiEliminaRita
Ma proprio non puoi dirci qual era la casa editrice?
RispondiEliminaIvane
Di gente uscita da programmucci televisivi che si è improvvisata scrittore ne esiste tanta. Ricorda, anche Costantino, quello della De Filippi, che però lo disse che si era fatto scrivere la sua BIO da un giornalista. Mai comprato quel libro...
RispondiEliminaSimona
Mi piaciue :-)
RispondiEliminaDiana
Però! Queste informazioni sono carinissime. 300.000 lire per un racconto di poche pagine secondo me era un affare
RispondiEliminaLina
Ciao K!
RispondiEliminaSilvietta
Beh, mi sembra tu abbia fatto delle scelte sagge. Scrivere per un altro, pagati o meno, non dev'essere sempre una cosa bella. Meglio il proprio nome
RispondiEliminaVincenza
Che poi chissà quanti idioti della penna si fanno scrivere i romanzi e magari sono tutti ammerregani bah
RispondiEliminaMarco
Racconti di fantascienza o anche fantasy? Sono curiosa
RispondiElimina^_^
Isabella
Graffiante e malinconico questo articolo. Sono d'accordo sugli scrittori fantasma. Quando scrivevo per il mio vecchio editore (sempre di riviste in edicola) e non potevo firmare col mio nome ricordo che ci stavo male. Poi l'editore ha rimpiazzato me e le altre autrici e ci siamo trovate a casa (cioè, a casa c'eravamo già perché lavoravamo da casa ^_^). Meno male che adesso c'è Amazon e uno si arrangia :-))
RispondiEliminaHo letto il tuo "Quattro ombre azzurre", adesso devo mettermi al pari con i nuovi libri che hai scritto. Un'altra cosa: sto scrivendo un articolo per Future Shock (la rivista, hai presente?) e mi piacerebbe domandarti un paio di cose sulla fantascienza distopica che va tanto di moda adesso (L'articolo si intitolerebbe "Fantascienza distopica e crisi dei valori"). Se ti interessa batti un colpo. Un caro saluto!