Translate

sabato 23 ottobre 2010

Il delicato lavoro dell'esordiente



Essere uno scrittore esordiente è un bel sogno ma per renderlo realtà dobbiamo cercare di essere più realisti possibile. Tanto per cominciare è bene non puntare subito il dito contro la pubblicazione sul web perché spesso è il solo modo a disposizione degli aspiranti scrittori per farsi notare. E non serve osservare come i libri “reali” siano cartacei in un’epoca dove gli e-book stanno incontrando quote di mercato sempre più favorevoli, fermo restando che anch’io considero “libri” solo gli oggetti che posso toccare e soprattutto sfogliare. Il panorama editoriale nostrano è complesso e variegato, non sempre logico. Voi sapete della sterminata messe di Case Editrici oggi esistenti che rispondono a un bisogno tipicamente italico che poi è quello di scrivere e farsi pubblicare. E’ un dato di fatto come lo è anche l’amara constatazione che esistono più scrittori (o aspiranti tali) che lettori. A volte qualcuno dice che i libri si vendono, e bene, ma dobbiamo anche guardare quali libri si vendono. I romanzi di qualità esistono ancora oggi (Dio sia lodato!) ma una quota significativa la fanno altri titoli; da quelli commerciali ma piacevoli a quelli molto, molto, molto… ma molto commerciali sui quali sorvolo per carità di Patria.  Chiunque sia animato da proposito “nobili”, ovvero scrivere e non solo pubblicare per farsi notare, deve comunque affrontare un percorso che quasi mai lo vedrà primeggiare per vendite e notorietà. Se il nostro neofita, che non ha mai pubblicato, scrivesse da una vita e volesse provare a pubblicare cosa potrebbe fare? Esistono diverse soluzioni, tutte più o meno valide, da scegliere con attenzione. Il web è sicuramente l’opzione più semplice ed economica, alla portata di chiunque disponga di una connessione alla Rete. Esistono tantissimi forum di esordienti\emergenti con cui confrontarsi e scambiarsi idee, opinioni, e di cui leggere e farsi leggere. E’ sicuramente un confronto costruttivo e non è detto che non possa portare a qualcosa di buono. Certamente consente al nostro amico di uscire dalla propria “solitudine scrittevole” e migliorare così il proprio stile. Un’alternativa è il Print on Demand (POD) che a costi estremamente limitati consente a chiunque di “costruirsi” da sé il proprio libro. Per saperne di più basta curiosare in rete e scopriremo una quantità di siti che propongono varie soluzioni a costi competitivi. Alcune di queste soluzioni prevedono anche il ricorso al codice ISBN che rende il libro del nostro amico un’autentica pubblicazione. Il lato oscuro di tale soluzione? I POD accontentano tutti  quindi oltre al nostro esordiente (diamo per scontato che sia una persona di talento) ci saranno altre persone convinte di essere promesse inascoltate dell’editoria mondiale. Sconsiglio invece il ricorso a una Casa Editrice a pagamento: se il tuo scritto vale e soprattutto se ci credi veramente dovrai armarti di santa pazienza e cercare quelle realtà editoriali che pubblicano senza chiedere soldi. Aggiungiamo poi una nota importantissima: il primo libro non sarà mai un successo (non consideriamo chi arriva al successo planetario in Italia col primo lavoro. In quel caso esistono dinamiche complesse che non staremo qui a discutere) e certo avrà poche possibilità di arrivare in libreria. Può piacere o meno ma questa è già una forma di selezione e quindi servono altri libri (dal secondo in poi sei classificato come un emergente) e molta passione. Ricordate poi che un cv degno di nota, per un editore serio, è anche pulito da realtà editoriali a pago. Questo vuol dire che farsi pubblicare pagando, per troppa fretta, non è sempre visto di buon occhio da un editore che invece non chiede nulla se non la qualità per pubblicare il tuo romanzo. Esistono poi Case Editrici a doppio binario, cioè che scelgono se chiedere contributi a seconda di criteri quali commerciabilità, genere e altri dettagli delle opere esaminate. In questi casi seguono una linea editoriale che le porta a vagliare le opere arrivate ma a giudicare di volta in volta se convenga investirci o meno. Non crediate, inoltre, che una Casa Editrice “debba” sempre trovare il romanzo “giusto” tra il macello di manoscritti che arrivano in redazione. Si tratta di esseri umani non di macchine. (Ricordate che in media anche una piccola realtà editoriale ogni giorno è bersagliata da quattro\sei manoscritti. Fate un po’ voi…) Esistono poi Case Editrici completamente free, realtà valide in un casino nucleare come quello italiano; sono Case Editrici piccole o medie (escludo le majors che, anche se son gratis, sono un mondo a parte) che sono animate da passione e spirito critico notevole e non crediate che l’essere piccole le “risparmi” dal dover esaminare autentici svarioni, che poi costituiscono la maggior parte del materiale che arriva in redazione. L’ascesa del nostro amico è difficile e irta di ostacoli. Solo la passione può aiutarlo a ignorare le allettanti offerte di visibilità da parte di chi vuole un assegno circolare. Quanto a me, ho inciampato diverse volte, come tutti, ma non ho mai voluto né pubblicare a pagamento né sul Web. Primo perché pubblicare a pagamento non mi darebbe l’impressione di pubblicare (ho scritto un libro e allora? Se paga lo scrive anche il cane del mio vicino!) e secondo perché mi piacciono i libri cartacei, ma non perché nutra avversione per la Rete. “Alfa e Omega” fu una pubblicazione casuale che andò abbastanza bene per essere il primo libro di un esordiente e per di più una raccolta di racconti. Un genere che nel Paese delle Carrube non è mai di moda (gente strana, siamo…). Non credo abbia mai venduto più di un trecento copie nel complesso ma fu un buon risultato. Caliamo invece un velo pietoso per “Ultima Thule”. Considero questo romanzo molto valido, genuinamente basato su una storia vera e con un tocco di Fantasy limitato al necessario. Chi lo ha letto, e son pochi perché praticamente non fu distribuito (altra cosa che capita all’esordiente) ha sempre considerato quel romanzo piacevole. Ma nonostante le qualità (e vi assicuro che chi lo ha letto, oltre voi, non erano amici!) quel libro restò vittima innocente di questioni logistiche che hanno dell’assurdo! Ed è proprio per questo che l’ho proposto a una valida Casa Editrice, molto competente e seria, ora che i diritti sono di nuovo miei. Non faccio nomi perché ancora non conosco l’esito della selezione ma vi assicuro che si tratta di un’ottima realtà e quindi so per certo che il mio manoscritto sarà letto da gente competente. Una precisazione: spesso si parla molto della selezione fatta da una Casa Editrice. Ebbene a volte, mi scuserete, si parla troppo di qualità intesa come Qualità Assoluta, intendendo con tale affermazione che un libro valido sarà sempre pubblicato. Non è sempre così e non voglio parlare delle ciofeche uscite dai reality o roba simile, ma di libri anche commerciali, ma piacevoli. Ricordate che una Casa Editrice è prima di tutto impresa e come tale deve sopravvivere.


Una buona Casa Editrice valuta i manoscritti dal punto di vista qualitativo assoluto e da quello commerciale. Ricordiamo anche il fattore “gusto” perché un Picasso è un Picasso, ma se a me non piace posso non pubblicarlo. Tanti editori evitano di pubblicare un libro magari valido ma NON commerciale. E’ un ragionamento sensato. Altri potranno invece pubblicarlo, ma sanno già che non possono aspettarsi molte copie se non è un nome noto, e quindi pubblicheranno anche libri piacevoli ma assai più commerciali perché consentono, con le vendite, di contribuire a mandare avanti la baracca. Per esempio, diverso tempo fa lessi la mail di una Casa Editrice che rifiutò “Quattro Ombre Azzurre” non per la qualità intrinseca del materiale, ma perché si trattava di racconti e i racconti NON sono vendibilissimi da noi. L’amarezza c’è stata ma ho inghiottito il rospo soprattutto perché il responso era più che buono! Però so per certo che quella Casa Editrice ha letto il manoscritto e lo ha valutato di conseguenza. Il suo è stato un discorso commercialmente valido, ha speso del tempo per valutare la mia roba e ne ha apprezzato i punti salienti. Non posso quindi recriminare su una scelta del genere, a parte inveire contro il mercato, s’intende. Ma il mercato è un’entità strana che dipende da troppi fattori. Il discorso su “Primus” è giocoforza diverso. Si tratta di un romanzo complesso, assolutamente inedito, Fantastico, e decisamente sofisticato, almeno per le mie umili possibilità. Un romanzo che richiede un lettore attento perché costruito con un’attenzione al dettaglio maniacale. E’ ovvio quindi che il mercato per un romanzo del genere, se sarà ritenuto valido, è quello tipico dei lettori che esigono romanzi che facciano riflettere e che siano allo stesso tempo divertenti da leggere. “Primus” è in pratica “dedicato” a quel pubblico amante dei libri di un certo tipo, di quelli che ti fanno sognare ma anche pensare, e magari da rileggere e rileggere perché ti appassionano. (almeno, io spero che questo romanzo susciti tale attrazione!) E’ stato proposto a una Casa Editrice molto valida, molto seria,  molto esigente. E’ una Media, con una buon rosa di opere dello stesso livello (sono immodesto eh?) e che pubblica anche Fantastico. Attualmente è in valutazione e ne saprò l’esito tra dicembre e gennaio. Quanto a pubblicarne uno stralcio non è proprio possibile. Il romanzo deve essere assolutamente inedito fin nei minimi dettagli. Ma quando conoscerò l’esito sarete prontamente informati. Tornando al nostro amico,  se il suo romanzo è valido, potrebbe già considerarsi fortunatissimo ad averlo proposto a una realtà magari piccola ma onesta: il libro sarà letto ed esaminato comunque. Certo, se però  dopo tre anni il tuo libro è stato scartato da decine di editori forse sarebbe il caso di migliorarlo…  E un discorso del genere, mio buon amico, dovrai farlo anche tu. Se ti va di pubblicare sul Web fallo pure. Non è una scelta sbagliata ma, appunto, una scelta.



Ultimo appunto: è vero che alcune Case Editrici non pubblicano roba già apparsa on-line. Ed è questo il fattore che ho considerato quando scartai a priori la pubblicazione di storie indite sul web. Ma ciò non vuol dire che scrivere lo stesso piccoli racconti per confrontarsi con persone diverse non sia una scelta valida. A te la scelta, caro scrittore in erba e, soprattutto, in bocca al lupo!



Massimo Valentini   

66 commenti:

  1. Un post molto gradevole e delicato che secondo me è anche utile per un aspirante scrittore.


    Franco

    RispondiElimina
  2. Ottime queste delucidazioni.

    E. Stefanin

    RispondiElimina
  3. Come al solito ogni post che scrive è anche un bel post! :-)


    Marica

    RispondiElimina
  4. Ogni volta che trovo un nuovo post penso ai suoi nuovi libri. E spero di leggerli prestissimo!


    Gabriella

    RispondiElimina
  5. Molto carino il nuovo racconto. Però una cossa vorrei dirla, sia chiaro senza per questo essere polemica... ma allora continua a scrivre i racconti! :-) Può accennarne qualcosa di questa nuova storia? Per esempio, perché è stata scritta. Belle anche le informazioni per gli esordienti.

    Lara

    RispondiElimina
  6. Sono felice che esista un nuovo racconto firmato da lei. Ho capito il senso del "secondario" però fa impressione. Non mi aspetto che una sua storia sia secondaria, mai!
    Lei è molto modesto!

    Sandra

    RispondiElimina
  7. Sembra anche dolce questo nuovo post oltre che utile. BEllissima invece l'esistenza di un nuovo racconto dei suoi. Sarà un vero piacere leggerlo.

    PS: capisco il suo punto di vista e sono d'accordo su una cosa: nessuna delle sue storie inedite deve girare sulla Rete. Meglio i libri!!!!


    Lina

    RispondiElimina
  8. Post molto buono specie per chi si accosta al mondo dei libri per scrivere.


    Sonia

    RispondiElimina
  9. Il nostro caro paese conta solo tre milioni di veri lettori dove con questo termine si intendono quelli che leggono non il solito libro all’anno, ma almeno uno al mese. Diciamo le cose come stanno: i libri non piacciono alla gran parte di questo popolo di affamati di calcio, letterine e libretti insulsi sulle vite dei mafiosi, calciatori e sulle sciocchezze dei reality. E il fatto che esistono tantissimi editori a pagamento non aiuta un mercato composto soprattutto da gente che vuole per pubblicare per vanità, cioè per dire di aver scritto un romanzo, ovviamente Fantasy, che prima di essere sputtanato da certe porcate immonde era un bel genere. Lei è una perla rara, uno dei pochissimi che nonostante non sia certo famosissimo conserva una dignità senza pari e anche una certa eleganza come dimostra questo post. E’ un esempio per chiunque vorrebbe pubblicare, ma pubblicare libri diversi dai soliti Moccia, Volo, Faletti e via dicendo. E diversi anche dai solitissimi Twilight. Però la gente che s’illude è tantissima. E a parte il fenomeno degli editori a pagamento esistono tantissimi tizi che pensano davvero di essere bravissimi ignorando, si proprio IGNORANDO, che un qualsiasi Kafka è superiore di centomila metri ai nomi che ho già detto. Bello il titolo del suo nuovo racconto. Non lo posti qui e neanche altrove: pubblichi sempre libri autentici come sta facendo. E’ un augurio di salire sempre più verso il cielo.

    Marcello

    RispondiElimina
  10. Bel post e bellissimo blog! Complimenti da una che non è sua lettrice, almeno per ora, ma che conta di esserlo quanto prima, grazie all'acquisto di qualcuno dei suoi titoli. La seguò da un pò e sono davvero amareggiata per la situazione italiana. Io sono una delle tante persone che scrive e colleziono proposte a pagamento. Mi spiego: l'ultima delle proposte per un mio romanzo horror è arrivata un sei mesi fa da una casa editrice che mi ha chiesto la bellezza di euri tremila!!!!!! per pubblicare il mio romanzo da centottanta pagine x 400 copie! Tanto di cappello a lei e a coloro come lei che riescono a pubblicare grazie alla propria determinazione e talento. E un'altra cosa: ma perché esiste ancora il talento in Italia? Capisco tutto ma non la necessità di sportivi del pallone, cantanti e affini di pubblicari libri, fatti scrivere da altri in certi casi o scritti coi... piedi quando li fanno loro, che poi sono il gran mrgine del mercato italico. Senza contare quei libri terrificanti montati ad arte da parte di pseudoesordienti amici di... Però gli italiani questo vogliono e poi sono anche narcisisti. Tutti scrittori, tutti artisti, ma di cosa, dico io? E infatti pubblicano a pagamento, attività legalissima ci mancherebbe, ma che non mi dsarebbe soddisfazione perché così sono capaci tutti! Mi piacerebbe leggere da lei cosa pensa dell'editoria a pagamento, magari in un prossimo post! Comunque molto belle le sue parole che considero di aiuto per chi, come me, cerca di pubblicare un vero libro, non a pagamento, perché altrimenti non è pubblicare!

    Franca

    RispondiElimina
  11. Tantissime persone che scrivono lo fanno non perché possiedono il talento ma perché hanno visto il film del vampiro o del misterioso eroe e imitano quel romanzo con risultati discutibili. Oppure ci sono quelli che scrivono le loro angoscie, la loro vita e i loro amori… Ma diciamolo una buona volta: scrivere è arte non la lista della spesa! E saper scrivere è affare di pochi, ma non lo si confonda con la pura erudizione. Ilo vero scrittore è sempre un po’ intimistico, autobiografico ma un conto è scrivere un romanzo coi contro fiocchi autobiografico ma senza neanche che chi lo legge se ne accorge, altro è parlare di se stessi, della ragazza della porta accanto, di quanta è bella la vita o di come è bono il cantante! Ciò non toglie però che prima di azzardarsi a scrivere anche solo un racconti si dovrebbe leggere tanto. Ma non Moccia, Littizzetto o roba del genere. Quelli vanno bene per una certa fascia di pubblico ma non per gli altri! Balzac, Fitzgerald, Waltari, Dick, Vargas. Cioè quelli davvero in gamba, che saranno immortali come i loro libri non le cosucce alla moda!

    Francesca

    RispondiElimina
  12. Francesca e gli altri hanno ragione: chi ama davvero i libri deve leggere scrittori come si deve non cavolate! Ma avete dimenticato di aggiungere Valentini alla schiera dei nomi da leggere! :-)


    Samantha

    RispondiElimina
  13. Penso che abbiate ragione!

    Rosa

    RispondiElimina
  14. E' il sistema che consente questo casino. Un tempo non esistevano tante case editrici e neanche tanti scrittori. Oggi invece chiunque, dal vip allo sconosciuto, pretende non solo di scrivere ma anche di saper scrivere. Poi ci lamentiamo che in Italia la gente non legge: ma grazie, molti dei libri che pubblicano oggi sono zeppi di figurine o disegnini, per non parlare di quelli con gli aforismi! Siamo arrivati alla frutta! Si chiama Vanity press, stampa per vanità: un fenomeno che riguarda una buona aliquota dei nuovi titoli. Di questi molti sono scritti a pagamento. Non che sia qualcosa di brutto: le case editrici a pagamento sono perfettamente legali. Però non è la stessa cosa pubblicare in modo gratuito e pubblicare solo se paghi: sminuisce il valore di un qualcosa come un libro che dovrebbe essere di fondamentale importanza!

    Sofia

    RispondiElimina
  15. Ma perché questi che avete nominato sarebbero artisti? (tranne i classici, ovviamente!)

    Serena

    RispondiElimina
  16. X Francesca:

    E dove li trovi quelli che leggono romanzi impegnati, oggi? Sono veramente mosche bianche!
    Forse si tratta solo di altri scrittori come Valentini e pochi altri!

    Paolo

    RispondiElimina
  17. Una volta ho incontrato una ragazza che stava scrivendo un romanzo... sulla sua vita! E il bello è che stava scrivendo a varie case editrici per farselo pubblicare!

    Monia

    RispondiElimina
  18. Al mondo ci sono un sacco di narcisisti senza arte né parte come si dice, questa è la verità. Lei, signor Valentini, sicuramente fa parte di una piccolissima cerchia di persone di un certo tipo e penso ne conoscerà molte più di me che non sono dell'ambiente. Io sono andata a poche presentazioni ma, accanto agli autori anche sconosciuti, che parlavano del proprio romanzo senza montarsi troppo la testa, ne ho visti altri con un sorriso di quelli: "io sono importante, voi no!"

    Mara

    RispondiElimina
  19. Marcello tu dici il vero: la gente ignora Kafka ma non soltanto! Ma non è neanche questa la cosa più curiosa, ma il fatto che tante sbarbatelle pensano davvero che certi romanzi possiedano un valore artistico!


    Vanessa

    RispondiElimina
  20. Io non pubblicherei mai a pagamento! Certo è legale, ma poi non mi sembrebbe affatto di aver pubblicato, di aver scritto davvero un racconto oppure un romanzo.

    Sara

    RispondiElimina
  21. La moda cara Francesca passa, la sostanza no! Così i libri: quelli da quattro soldi passano sostituiti da altri, i classici no!

    Martha

    RispondiElimina
  22. Il post è molto bello e anche di aiuto per chi vorrebbe pubblicare!

    Gaia

    RispondiElimina
  23. Il nuovo racconto è una bella novità! Spero che i suoi nuovi libri saranno pubblicati presto!


    Azzurra

    RispondiElimina
  24. Viviamo un tempo dove tutti pensano di saper fare qualsiasi cosa e del resto in un certo senso e' vero. Basti guardare a certi tizi che sono fanosi senza saper fare nulla. E' la logica del mercato, come forse direbbe il Nostro, :-) ma questo non vuol dire che le persone dotate di un cervello valido e non solo di tette e raccomandazioni non vedano la differenza. Il fatto e' che pero' siamo pochi che pensano!

    Eleonora

    RispondiElimina
  25. Scrivere realmente alla grande non e' semplice. Valentini dice giusto: si deve leggere e anche essere di talento. Che poi non e' detto che se non sei uno scrittore o una scrittrice sei una perdente. La societa' di oggi vende illusioni gettandole come tanti ami alla ricerca di pesci. E molti oggi sono pesci non gabbiani!

    Katia

    RispondiElimina
  26. E' ovvio che pubblicare a pagamento non potrebbe mai soddisfare uno scrittore che ricerca certezze per quello che fa. Io, per esempio, non potrei.

    Giada

    RispondiElimina
  27. Molto attraente l'idea del nuovo racconto! Curiosa!!!!!

    Monia

    RispondiElimina
  28. Il nuovo post è al solito, molto bello!!!!

    I miei complimenti ad Antonella per i suoi articoli: son molto carini.

    Erica

    RispondiElimina
  29. Sono molto contento che lei non pensi a pubblicare on line i suoi racconti.

    Stefano

    RispondiElimina
  30. E' vero quel che dicono le altre fan: ma quali artisti, ma dove? Ma se gran parte della gente è composta da tizi che scrivono solo sms-style?

    Maria Pia

    RispondiElimina
  31. Ah ah ah ah.. anch'io conosco gente che pensa di saper scrivere... e in effetti leggendo certe storielle si capisce subito che sono copiate da Twilight. Il Fantasy, invece, neanche lo guardo!

    Antonella ho letto il tuo articolo complimenti!


    Viviana

    RispondiElimina
  32. Lei è molto modesto come al solito!

    Per Antonella: carino il tuo articolo.

    Chiara

    RispondiElimina
  33. Post molto piacevole!


    Ornella

    RispondiElimina
  34. Ciao a tutti, sono una nuova fan! Questo blog è bellissimo!!!! Ho letto "Sulle ali di Althaira" ed è una meraviglia!

    Isabella

    RispondiElimina
  35. Credo che per essere un "vero" scrittore il talento sia l'elemnto fondmentale. La tecnica è secondaria., almeno agli inizi, altrimenti si potrebbe scrivere un raccontoineccepibile ma senz'anima. Che poi mescolare queste componenti porti a un artista completo è fuor di dubbio!

    Ps: Anto complimenti per il tuo pezzo.



    Federica

    RispondiElimina
  36. Decisamente una bella e graditissima notizia quella dell'inedito "Il libro della vita". Non vedo l'ora di leggerlo così come tutti gli altri racconti che saranno inclusi in "Gabbiani delle stelle". Un post in tutto molto interessante come al solito. Belle anche le piccole aggiunte al blog stesso dal totale delle visualizzazioni all'altro link...
    Complimenti
    Veronica

    RispondiElimina
  37. Che bello: un nuovo racconto! :-)

    Ivane

    RispondiElimina
  38. Quindi "Gabbiani delle stelle" possiede un'altra.. stella! Stupendo!

    Gabriella

    RispondiElimina
  39. X Isabella: benvenuta! Vedrai ti troverai benissimo con noi!

    Cristina

    RispondiElimina
  40. Stupenda notizia quella del nuovo racconto!!!!


    Martha

    RispondiElimina
  41. Carino il pezzo di Antonella!

    Ottima la notizia del nuovo racconto! Il titolo poi è bellissimo!!!!

    Loredana

    RispondiElimina
  42. "Gabbiani delle stelle" è allora costituito da quattro racconti?


    Stella

    RispondiElimina
  43. Io sono felicissima che lei non pubblichi on line anche se non ignoro che per molti è una buona scelta.

    Margherita (CS)

    RispondiElimina
  44. Anto compli per l'articolo! Una curiosità: il nuovo racconto com è? Di cosa parla?

    Sara

    RispondiElimina
  45. Il post come sempre è molto bello!


    Elena

    RispondiElimina
  46. Isabella ciaoooooo!!!!! :-)

    E' vero: questospazio è meraviglioso!
    :-) :-) :-)

    Vanessa

    RispondiElimina
  47. E' il solito discorso della meritocrazia... che non c'è! Pubblicare un romanzo dovrebbe essere riservatoa chi sa scrivere per davvero. Ovviamente non mi faccio illusioni: so che il mercato richiede spesso libri poco impegnativi. Ne ho rispetto ma vorrei vedere più titoli diun certo tipo e anche più scrittori di un certo tipo!

    Laura

    RispondiElimina
  48. Ottimo post sig. Valentini molto molto interessante... come al solito direi :-)
    Non vedo l'ora di leggere "Il libro della vita"... Il fatto che nn l'abbia letto neanche il "famoso" Comitato di lettura mi incuriosisce molto :-)
    Mi aggiungo ai complimenti ad Antonella per gli articoli... Molti simpatici ma graffianti e veritieri :-)

    Paola

    RispondiElimina
  49. Ciao! Un grazie e un bacio per la vostra accoglienza! Sono felice di essere anch'io una fan!

    Isabella

    RispondiElimina
  50. Di persone che s'improvvisano scrittori ne conosco a iosa anch'io! Ma è proprio vero: son tutti persuasi di scrivere come Stephen King!

    Maria

    RispondiElimina
  51. Bella la notizia del nuovo racconto! Lei riesce a stupirci sempre! :-)

    Katia

    RispondiElimina
  52. Visto Valentini con Antonella al Metropolis oggi... Stavano facendo spese!

    Linda

    RispondiElimina
  53. X Laura:

    parole sante!

    Samantha

    RispondiElimina
  54. Scrivere lo sanno fare tutti. Emozionare con le parole la vedo più complicata come cosa. Secondo me son pochi coloro che ci riescono. E ancor di meno coloro che diventano famosi. Non a caso moltissimi noti scrittori sono morti poveri e anche non tanto noti. Perciò dice bene Valentini quando afferma che il caso di gente salita alle luci della ribalta con un solo titolo è appunto un caso a parte. Del resto di scrittori studiati a tavolino ne esistono tanti.

    Giada

    RispondiElimina
  55. Tantissime persone pensano davvero di far successo o diventare famose scrivendo. E a giudicare da tanti libri oggi pubblicati sembrerebbe anche vero. E molti ricorrono all'editoria a pagamento ma io non penso che serva. Però Laura dice un concetto valido: meritocrazia. Io aggiungerei: questa sconosciuta!


    Marcella

    RispondiElimina
  56. Per Laura:

    se qui da noi esistesse meritocrazia non saremmo in terra italica!

    Franco

    RispondiElimina
  57. LE possibilità a disposizione di un esordiente che sappia il fatto suo sono varie ma è vero anche che il più delle volte i sogni son destinati a restare tali. Lei dice bene quando accenna alla possibilità di pubblicare on line che spesso resta la sola alternativa praticabile. Non conosco benissimo il mondo editoriale italico e quindi non mi pronuncio su discorsi meritocratici o altro. Curiosando tra gli scaffali di una qualsiasi libreria spesso vedo libri che mi lasciano esterrefatto e non in senso positivo. Tralasciando i manuali, i "libri a forma di libri" che poi son per ragazzi, e i libri validi che sono pochi, ci sono una marea di libri insulsi, ma talmente insulsi che uno si chiede come abbiano fatto gli autori a essere selezionati da case editrici di primo piano. Gente peraltro mai sentita e non dico questo perché i vip (very inutil persons) abbiano per legge la strada della pubblicazione! Ho comprato qualcuno di questi libri e li ho trovai sciapi, molto sciapi. Eppure vendono. Poi penso a gente di altro tipo, anche a lei, ma non solo. Lei cita Kafka: beh quello è morto in povertà e penso che il mondo è ingiusto. Non per essere frainteso: intendo solo dire che certi libri di certe persone dovrebbero essere distribuiti ovunque e altri dovrebbero sparire. Invece il mondo sembra sotto sopra.


    Marcello

    RispondiElimina
  58. Anto, belli i tuoi pezzi!


    Maria Pia

    RispondiElimina
  59. Un tizio che conosco ha pagato 4000 euro per 450 copie del suo romanzo fantasy. Io non lo farei mai. Insomma, pagare per pubblicare sarà anche legale ma non da soddisfazione. Che senso ha?


    Eliana

    RispondiElimina
  60. Non penso che pubblicare a pagamento sia unAìa soluzione valida e non m'ìmporta se è legale. Sarà anche legale ma non identifica uno scrittore in gamba. Lei fa benissimo a pubblicare solo con chi apprezza il suo talento. Per me è un pregio. E infatti a leggere le sue cose si vede la differenza.

    Serena

    RispondiElimina
  61. Pagare per pubblicare non è solo inutile è anche stupido. Lei fa bene a pubblicare solo grazie al suo talento. Molti sono attratti dalla vanity press e sinceramente penso che parecchi di costoro meritino di pagare se accontentano solo la propria vanità. Però tra questi ci saranno anche ingenui, no? Ecco queste persone dovrebbero scegliere meglio!



    Laura

    RispondiElimina
  62. Pubblicare non dovrebbe mai essere affare di moneta sonante, ma di talento. Spesso si dice che anche alcuni grandi pagarono per pubblicare ma ci si dimentica che erano tempi differenti con molte meno librerie, meno editori e meno aspiranti scrittori. Oggi le cose sono diverse e tantissime sono le persone che aspirano a pubblicare solo per desiderio di fama e denaro che spesso non arrivano mai. Accanto a persone come queste, che farebbero qualsiasi cosa pur di apparire, esistono altre persone che sono brave per davvero o comunque desiderano essere scrittori per motivi più nobili. Sono queste le persone che andrebbero informate sui vari "segreti" dell'editoria moderna. Perché come al solito lei ha ragione. Esistono editori seri che non solo non si fanno pagare ma sono anche animati da autentica passione per i libri. Sono però i più esigenti e fanno bene. E post come il suo e questo stesso spazio sono importanti per capire la differenza tra arte scritta e roba commerciale.

    Margherita

    RispondiElimina

Qui, se vorrete, potrete scrivere i vostri commenti. Vi attendo numerosi...