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domenica 14 aprile 2013

GABBIANI DELLE STELLE ha cambiato casa

"Gabbiani delle Stelle" ha cambiato casa. Il nuovo sito, che raccoglie l'eredità di questo, riguarda, tutti insieme, "Gabbiani delle Stelle", "Gabbiani dei Misteri", il Fan-club, foto, libri e tantissime altre notizie sulle mie attività. Raggiungibile cliccando www.massimovalentini.net  il nuovo "Gabbiani delle Stelle" è al momento in costruzione, ma è già possibile leggere tante notizie, recensioni, articoli, informazioni. Sarà arricchito da tantissimo altro materiale giorno per giorno, aggiungendo nuove immagini, grafica migliorata e una più ordinata catalogazione delle news. Presto sarà anche possibile taggarvi, se lo desiderate, oltre a svariate altre novità. Troverete, per esempio, non solo TUTTI i miei articoli già pubblicati sul GdM, ma anche TUTTI i numeri della mia rubrica già pubblicati sulla stessa rivista: Inoltre, potrete leggere i miei pezzi scritti per Voyager Magazine e notizie e curiosità sul lavoro di redazione, sui miei libri, sulle prossime pubblicazioni. Una volta completato il nuovo sito, questo sarà cancellato in modo da dirottare il traffico sul nuovo spazio. Non preoccupatvi di aggiungere nuovi commenti, ora, l'importante è che continuiate a seguirmi perché il nuovissimo "Gabbiani delle Stelle" è dedicato, come sempre, a voi...


Massimo Valentini 

lunedì 8 aprile 2013

Scrittori fantasma


 


 

Cosa sono e, soprattutto, chi sono? Sono, essenzialmente, gente che scrive libri, racconti o comunque qualcosa per conto di terzi. Sul loro lavoro, la firma non conta: quella che appare, magari con un altro titolo, è quella del tizio o della tizia, spesso famosa, che se ne assume la paternità.
 
Scrivere per conto di terzi non è sempre una brutta idea. Io stesso, all’inizio della mia, diciamo, “carriera”, scrivevo brevi racconti di SF per conto di una nota realtà italica. Così nota, anzi, che è sempre sulla bocca di tutti. Per contratto non mi era possibile, se non volevo simpatiche ripercussioni legali, dire ai quattro venti che ero io l’Autore di quelle storie, e non certi nomi ai quali quelle stesse storie erano affidate. Intendiamoci: ero giovane (18 anni) e molto insicuro sulle mie proprietà letterarie e la proposta, fatta per caso, mi rendeva euforico: io, uno sconosciuto, avrei scritto per la Tizio & Caio Editrice. “Allora”, mi dicevo, “non scrivo affatto in modo pessimo! Allora, forse un giorno, potrò scrivere per conto mio e magari la Tizio & Caio Editrice riconoscerà i miei meriti e scriverò di nuovo per lei ma, eureka!, col mio vero nome.”  Ricordo ancora la sensazione quando vidi il mio primo assegno: 300.000 lire per quelle sei pagine, il mio primo racconto in assoluto, che sarebbe andato a formare uno dei tasselli di una certa antologia di FS italiana.

Il tempo passava e, in un certo senso, finiva. I racconti seguivano i racconti e così gli assegni anche se, questi ultimi, non erano mai tempestivi (alla faccia del contratto). La speranza di incontrare gente che davvero conoscesse l’arte della parola scritta, scrittori, artisti vari, editori… tutti fanatici del Bello, tutti eruditi di questo o quel nome dell’Olimpo Scrittorio.  Tutti, perché no?, disposti a consigliare questo povero ingenuo, questo ragazzino con l’hobby della pagina scritta, della ricerca, dei sogni ad occhi aperti. In fondo, pensavo, siamo tutti sulla stessa barca: quella del Sapere. Corbezzoli: nessuno, su quella barca avrebbe voluto far affogare uno dei propri compagni di viaggio. O no? Beh, no! Non ho trovato nessuno di costoro. Niente amanti del sapere, niente gente preparata e, soprattutto, niente sogni: solo un vecchio detto: homo homini lupus volgarmente tradotto con un bel “cane mangia cane”. 

 
Ma per chi si scrive di solito? Per chiunque non sia più in grado di scrivere per conto proprio. Ovviamente, non tutti possono scrivere libri di grande valore letterario. E non era neanche il mio caso, essendo io, alla fine, uno scrittore di SF un tantino troppo giovane (bei tempi) e soprattutto di un genere, chissà perché, depauperato in Italy ma amato fuori. E, inoltre, di racconti brevi, non certo di romanzi. Uno che, insomma, completava una lista, scriveva un pezzo, dava una pennellata ma non dipingeva il quadro nel suo complesso. Eppure, i miei racconti erano richiesti, gli assegni, pur con qualche telefonata di troppo da parte mia, arrivavano e il mio ego era solleticato.

 
Non sempre chi propone di scrivere è la Casa Editrice dello scrittorone bravo & famoso che però, a causa del troppo stress, ha la nota “crisi creativa” (ovvero, non scrive un’acca). Spesso, invece, trattasi di veri idioti ma famosi oppure, di gente che scrive così così ma che, per vezzo o per giudizio di marketing, il loro personaggio diventa anche scrittore di comodo. Non serve che vi faccia esempi ma è abbastanza facile capire chi potrebbero essere: veline, comici, cabarettisti che, attenzione, NON scrivono solo qui libri fatti di frasi e frasette ma veri e propri romanzi. Non tralasciamo però gli scrittori di grido, magari autori di bestseller, che semplicemente non possono far fronte a tutti gli impegni. In questi casi, il lavoro del gost writer ( altrimenti detto “nigra”) diventa complicato.
 
Già perché quando hai a che fare con un altro scrittore “vero” e non con un semplice personaggio di successo abile in qualsiasi altra cosa ma non certo con la penna, allora devi farti in quattro; devi studiare i suoi libri, il suo stile, capire le sue idee e discutere con lui millemila volte al giorno per capire cosa vorrebbe tu scrivessi. In ultimo, ma non meno importante, devi anche cercare di capire quale storia vorrebbe tu scrivessi e farlo con uno stile che si avvicina per quanto possibile al suo. E, credetemi, non è uno giochetto…  

Di “scrittori fantasmi” ne esistono tanti, in giro. Svolazzano in redazioni “fantasma” che ruotano intorno a scrittori e giornalisti di successo, quelli che scrivono e pubblicano più volte all’anno. Sareste stupiti di quanti NON scrivono i propri articoli, i propri libri, le proprie graffianti rubriche. Non penserete certo che tra televisione, salotti, amanti, viaggi, rubriche e cosucce del genere abbiano davvero il tempo di scrivere. E chissà quante volte le frasi sulle quali avete sognato, le storie che avete amato, non sono affatto le loro ma di tizi o tizie che neanche sapete esistere. E se pensate che il mondo editoriale è tutto falso vi toccherebbe un'altra delusione perché la risposta è sì e no. Sì perché, di 10 nomi famosi, forse solo uno o due scrivono DAVVERO quel che dicono. No, perché, in effetti, chi non è uno scrittore ma si atteggia a tale, magari dopo aver trascorso decenni in televisione a fare ben altro, appena apre bocca dice solo ovvietà. Sono kattivo, invidioso, o semplicemente ingenuo? Magari sono soltanto realista anche se, tanti anni fa, sono stato molto, come dire, aleatorio…


Massimo Valentini

 

venerdì 29 marzo 2013

Presto, i gabbiani, cambieranno casa!



 
Cari e Care,
 
adesso vi spiego il motivo per cui sembra che abbia abbandonato "Gabbiani delle Stelle". Ovviamente, non è così ma, anzi, ho deciso di rendere la mia presenza su internet assai più capillare e "ordinata" di quanto non sia mai stata. L'idea è quella di riorganizzare tutto ciò che mi riguarda e quini libri, misteri, recensioni, fan club e novità editoriali con un solo sito del quale ho acquistato da poco il dominio: massimovalentini.net. Al momento, il nuovo sito sta giusto muovendo i primi passi e solo a livello di piattaforma. Non è ancora indicizzato e non lo sarà per i prossimi due/tre mesi. Ma, quando lo sarà, avrete davanti a voi un Gabbiani delle Stelle più nuovo, moderno e assai sofisticato. Nel frattempo, continuerò a postare qui nuovi post, nuove discussioni e recensioni ma, alla fine, tutto il materiale sarà traslato al nuovo indirizzo. I Gabbiani delle Stelle, insomma, voleranno ancora più in alto!
 


 


Massimo & Antonella



 

lunedì 18 febbraio 2013

Perché Sanremo è Sanremo





Voi sapete che Gabbiani delle Stelle, non si è mai imbrattato le ali con certi tipi di programmazioni italiche. Sanremo in primis. Di più, essendo questo un blog a-politico, a-partitico e, soprattutto, che si fa i cazzi suoitm Solitamente usa la sezione “Le mi parodie” per lanciare osservazioni rigorosamente Politicamente Scorrette su questo e quello (di solito libri, ma non solo). Ma, poiché uno di voi (Uè Lorenzo, comme stai?) mi ha chiesto un’opinione su San-Scempio facendomi notare come lui, tapino, non lo guarda da oltre 10 anni, mi è sembrato giusto condividere con voi queste elucubrazioni Non Radical Chic Di Tua Zia, eh! Resta inteso che le dette argomentazioni sono mie (e di Lorenzo) perché qui da noi vige un’unica Regola: Libertà di Pensiero. Per cui signori, a voi!
 
Identikit del 60% di italioti che guarda Sanremo perché…    
 

Vuole Fare Lo Snob
 

Tipicamente, è un imbecille che Aldo Baglio definirebbe “Imbelle”, votante a sinistra (come se ormai, in Italia, esisterebbero ancor una Destra e una Sinistra vere) che con la scusa di farsi quattro risate, dall’alto della sua pochezza mentale radical-chic dei noialtri, decide di sputare sentenze su quegli ingenui che si guardano Sanremo e chiama al tel un paio de amici suoi Socialmente Impegnati Per La Pace nel Mondo (come Fazio Il Fazioso) che critica la goffa comicità di Lizzie con una bottiglia di Vin-Solidale in mano. Ovviamente, essendo lui un fervente ammiratore della Vera Musica, che di solito, viste le sue tendenze di voto, tende a rimeggiare solo con “Jammin”, critica questo o quel cantanticchio nostrano sputando veleno come se fosse nato nella musica e cresciuto in un conservatorio nel Burundi. Però, alla fine, sempre a guardare il Festival come lo zia di 99 anni è…  
 

Tipico tele Sanremo italiota
 
 
Quello che "Lo guardo Perché Quest’Anno Lo Fa Fazio che è Un Uomo Intelliggente"
 

Questo particolare tipo di deficiente è il figlio o nipote di quello/quella che 20 anni fa guardava Sanremo perché c’era Pippo Baudo. A casa mia, prima che andassi a vivere da solo, c’era, ed è ancora così, la tendenza a guardare il Festival dei Festival Canori per il Presentatore col Parrucchino più amato della tivvì. Perché Pippo Baudo “è un grande professionista”, perché è “bravo” e perché “se lavora in tivvì un motivo ci deve pur essere…”. Una volta, forse, ma ora se Tizio o Tizia lavorano in tivvì sappiamo tutti perché lo fanno e come ci sono andati. Ora, io non so Il Fazioso, ma a me quelli che affermano di guardare Sanremo per Fazio fanno la stessa impressione. Un ragionamento che ai miei occhi appare curioso. Sarà perché considero il modo di fare di Fazio energico quanto un confetto Falqui con quel suo modo di fare sempre pacato, sempre sorridente (deve avè nà paresi, che te devo dì?) sempre finto come una banconota da 14 euro o la verginità della Fico?
 
Quello che "Lo Guardo Perché la Musica Non è più Quella di 20 anni fa, Che ti Credi Perkè si è Evoluta"

Ecco, questo imbecille è una persona speciale. Lo studierei (all’uni, Facoltà di Medicina, settore dissezione). Patetico. Ecco, questo penserei. Perché? Ma perché tende ad andare, il tapino, sul fattore di Sopraffino Amante della Musica Vera, quella non da borgataro coatto, ma da fine intenditore. Come riconoscerlo? Facile! Di solito dice: “ma guarda che le musiche degli Squallor sono composte, in realtà, da compositori di provata esperienza, gente che suona nella… alla…. A…. da…”   Il ché è vero (per ciò che concerne gli Squallor) ma a te non te ne frega una cosiddetta Cippa perché, alla fine, “Ciao, comprati Arapaho” è comunque un film di merda. E poi, detto individuo, che fa? Comincia a sciorinarti una serie di collaborazioni con artisti che tu, quei pochi che conosci, li andresti a randellare sui denti tutti i giorni ore pasti. Tu gli rispondi: “Quelli sarebbero musicisti?” Lui/Lei ti sfida e dice "E allora secondo te chi sarebbe un musicista?" Tu ne nomini ventimila, dai Queen a Charlie Parkerm da  Nat King C a Dead Kennedys e lui/lei ti risponde “Eh, ma quelli sono la storia del Rock o del Jazz e alla via così…” Appunto…

Il Fazioso e la Jolanda Furiosa
 
Il Cretino "Me Lo Guardo Perché Mi Piace Lizzie, cioè i Comici"

Allora, dire che uno si guarda Sanremo per i comici è come dire: "siccome sono uno chef di provato prestigio vado a mangiare nella trattoria di “Mario Lo Scorreggione”. E no, non mi dite che son politicamente corretto perché non apprezzerei la Finta-Tamarra Arguzia di Lizzie perché “non le manda a dire e quindi è una donna coraggiosa”. Infatti apprezzo Anna Marchesini che, quando voleva parlare di Sesso non si appellava alla Jolanda Furiosa come la Lizzie, ma diceva “Sperma” quando voleva dire “Sperma” e “Beethoven” quando voleva dire “Beethoven” e la gente rideva lo stesso. Che poi, in soldoni, questa gente si scopre così. Comprate (orrore!!!!!!!!!!!!) un libro della suddetta Lizzie e leggetelo ad alta voce a tale individuo. Nella maggior parte dei casi, NON riderà, dicendo che siete VOI a non saper recitare le battute. Subito dopo, leggete un libro sulle battute del grande, caustico, irriverente, figlio de nà mignotta Groucho Marx o dei Monty Python. Stavolta, matematicamente, lui riderà dimostrando che anche lui, volendo, potrebbe anche non essere cretino: il guaio è che gli piace proprio, essere cretino.

Una famosa e talentuosa artista che è andata a Sanremo
 
 
Il Cretino Che Dice: "Questa è Erudizzzzione Popolare"

Effettivamente, più popolari di Hitler e Benito, Chavez e tizi simili non ne conosco. E proprio come successo con il Baffetto Da Sparviero Tetesco, e lo Spolverone Pelato Italiano, il tizio che porta questo esempio  mi sa tanto di confondere la pecoronaggine dell'italiota medio con una generica erudizione popolare abbastanza becera. Ovviamente voi, gente che ragiona, vi ci ammazzate e gli fate notare che una “manifestazione popolare” sarebbe, per la cronaca, quella fatta appunto dal popolo e non da una élite di pezzi di merda milionari come quelli che viaggiano in limousine contornati da zoccole pagate coi Vostri Risparmi (andatevi a rileggere le simpatiche news dello scorso festival). Ovviamente, il Sub-individuo in questione tira fuori il jolly, la carta che ormai è di moda insieme alle parole “Razzista” e “Fascista” e cioè “Rosicone!”. Inutile dirgli, poveretto, che è impossibile che voi rosichiate per un gruppo di gente che non guardate e LUI sì…
 

 
Espressione tipica di chi vede il Festival per la prima volta
 
Quello che dice “Ma guarda che lo vedono in tot (numero a caso) Paesi nel mondo e Fior Di Giornalisti lo Seguono"

La cosa bella di codesto individuo è il suo identikit. Infatti, di norma tale Supremo Intelligentone accatta solo i libri che hanno vinto lo Strega, ascolta la canzonetta pubblicizzata da Tizio e Caio e guarda quei film dimmerda alla “Ultimo Bacio” o “Caos Calmo” presentati da “fior fiori di Uommini e Donne di provata Fama”. Senza contare che, il poverello, evidentemente non sa che se noi abbiamo Aborti Musicali, fuori hanno pur sempre gente come Britney Spears e/o Lady Gaga che non mi sembrano poi tutta stà cosa. Notare che, per scelte, tale tizio o tizia somiglia da vicino al Tizio Snob. Quando si dice che il cervello, a volte, non fa parte del pacchetto d’acquisto…
 
 

Meglio Sanremo?
 
 
Il Cretino del "Io Non Volevo, Ma Mia Moglie Se Lo Voleva Vedere..."

Ora, a scanso di equivoci... Sono felicemente fidanzato e i gusti di Anto sono diversi dai miei al 100% in fatto di tivvì del tipo: io non la guardo, lei sì. Non per questo ci scanniamo. Questo per dire che tale scusa è tipica di soggetti che: a) abitano un monolocale di quaranta centimetri quadrati b) sono senza palle e dicono sempre sì alla cara mogliettina/maritino anche quando ordina loro di pulire la pupù di Fuffy con la lingua. Perché, direte voi? Ma perché chiunque abbia palle e cervello, femmina o maschio che sia, sa perfettamente che: la televisione ha un tasto che non serve solo per accenderla ma anche per spegnerla e farsi una sana scopata; se poi la si accende si può anche, nell’ordine, leggere un buon libro (invece di lagnarsi di non aver MAI il tempo per leggere) pensare a quale compagna di classe ti volevi spupazzare alla grande ai tempi del liceo e che invece oggi, dopo averla rivista con 30 kg in più o in meno, sei molto contento non sia diventata tua moglie. Se donna, pensare a quel ragazzo che vi piaceva tanto e che poi, a trent'anni di distanza, lo avete rivisto grasso, pelato e con la pappagorgia. Al limite, esplorarsi il naso alla ricerca del Graal come fa sempre Giacobbo, grattarsi le palle (o la figa) come fanno Rocco Siffredi e Jenna Jameson, litigare, chiacchierare, uscire a cena dopo una vita che non lo facevate. Insomma, qualsiasi cosa… Anche perché, se ai tempi del liceo riuscivate a fottervene della matematica, come cazzo fate a guardarvi Fazio che è centomila volte più noioso?

 
N.B: frasetta tratta da chi dice quel che pensa ma poi fa il furbacchione (Roberto Il Benigni) ma in realtà per pararsi i fatterelli suoi:
 
"Ovviamente si fa per scherzare, bischeri ..."
 
Volemose bene
 
Massimo Valentini
 

 

sabato 9 febbraio 2013

Le mie parodie: Il Bigotto





Cari e Care,

Eccovi una nuova parodia. Spero vi piaccia...


Come riconoscerlo? Secondo i ricercatori della Oral B sembra che nel mondo, ma soprattutto in Italy e in U.S.A., esisterebbero parecchi esemplari di questa specie che si divide in due razze. Ma vediamo le caratteristiche generali...

Il Bigotto è quel tizio che, secondo la comunità di S. Playboy, "se lo conosci lo eviti, se lo conosci non ti uccide". (Però lo uccidi).


Espressioni tipiche: 

A Dio piacendo,
Dio volendo,
ricchioni di merda,
Satana è ovunque,
Spero si pentano stì miscredenti,
Parlano in modo kattivo del Papa (qui segue una genuflessione)

Moda: 

Anni ‘70



La sogna, la sogna...

Abbigliamento: 

Maglioncino a rombi di colore nero, grigio-topo-di-fogna, marrone scuro. Se donna/ragazza/o-chi-cazz’è, Gonna a pieghe tinta unita dai colori più anonimi, Camicetta bianca con il colletto appuntato fino all’ultimo bottone (si dovessero vedè le bocce!) T-shirt con le seguenti scritte: Dio è con noi, Via i laici dallo Stato, My Name Is Chrivin

Monili: 

Croce d’oro al collo o la sua versione di legno, orecchini a forma di croce.

Locali di divertimento tipico

Chiese, parrocchie, pullman che viaggia verso Lourdes, campi ameni di Boy Scouts, stadi, salotto di casa propria, zona divano.

Locali dove NON li trovereste mai: 

Pubs, casinò, ristoranti costosi, caffè, spiagge nudisti, night.

La persona in questione, quando si parla di religioni diverse dal Cristianesimo ha le seguenti reazioni:
Strabuzza gli occhi e diventa paonazza
Blatera frasi sconnesse che gli esperti definiscono “ad minchiam canem”
Invoca lo spirito di Borghezio
Va a confessarsi
Suda, vi guarda storto e perde la bava dalla bocca.


Aaaaah! Sei uno sporco Libero Pensatore... Pentiti!!!!!

Atteggiamenti tipici

Crede nella sua superiorità e in quella della sua Fede (ora pro nobis)
Non bestemmia ma in realtà pronuncia invano il nome di Dio decine di volte al giorno.
Sa che andrà in paradiso mentre tutti gli altri bruceranno all'inferno.
Crede che gli angeli non siano ignudi ma vestiti da capo a piedi (perché son puri)
Crede che i diavoli siano ignudi, abbronzati e che vadano a mignotte.  
Pensa che Fede, Santoro e Vespa siano giornalisti.
Cerca di convertirvi al suo modo di pensare.
Va tutte le domeniche in Chiesa e costringe la compagna, moglie/figli/nipoti ecc ad accompagnarlo anche se hanno i 39 di febbre.
A volte non si sposa ma convive non per amore ma per pura convenienza economica.
Pensa che il Burka sia di gran moda.
In estate sua moglie non si abbronza: mai!
Adora you-porn ma non lo dice.
Predica la carità ma non la fa mai.
Predica la castità e poi va a puttane.
Ti guarda dall’alto in basso se non la pensi come lui.


Bigotto del Nord (notare gli indizi
delle fedeltà della sua mogliettina)

Libri preferiti:

La Bibbia, (Autore: Dio)
Il Vangelo, (Autore: The Pope's friends)
"La terra è piatta, ecco le prove" (Autore: S. Illuminato da Medioevo)
"Mille modi per cucinare un miscredente" (Autore: Sò Buon e Car)
"Angelo del focolare" (Autore: Don Vito Moderno)


Razze di bigotto

Sono due, la Normale (Sempre sia Lodato) e la Quinto Dan (Level One). Il Bigotto Normale va in chiesa tutte le domeniche, a volte partecipa alle processioni, manda i figli a servir messa (chierichetti) e si incazza se gli parli di gay e gente di colore. La Figa-di‑Legno mod. 1 è la sua ragazza. La razza del Bigotto Quinto Dan (Level One) è la peggiore. Anche chiamato Razza Flanders, fa il gentile, porta una Bibbia sul cuore, si martella da solo sui coglioni ogni volta che passa  una gnocca (ma pare senza esiti. Infatti gli esperti Oral B sospettano che sia Senza Palle). Di solito lecca il culo a porporati per trovare lavoro e lo ottiene a causa della sua grande lingua. Ha il telefono diretto con Dio e di notte sogna la Madonna. Non la cantante, quella vera. Tende a fare citazioni dalla Bibbia, fa l’uomo di polso ma basta uno schiaffo ad ammazzarlo. Se va in montagna (usando un’auto altrui) se la fa sotto se calpesta un legnetto. L’oratorio e la chiesa sono il suo habitat naturale, ma non disdegna lo stadio dove può inneggiare le sue stronzate senza che nessuno lo usi come spazzolino del cesso. Sua unica e sola possibilità di moglie/compagna è la figa-di-Legno mod. 2. 

Coppia di bigotti

Bigotto maschio

Si riproduce per mitosi. Ciò gli ha consentito di proliferare soprattutto nei posti di potere. Spesso è all’università come esemplare di studio. Nella vita pubblica gretola le palle alle sue vittime che giudica facendole sentire in colpa per il solo fatto di volersi godere la vita. Nella sua miserabile esistenza privata pratica con successo e gratificazione il sadomasochismo, organizza orge e fa pensieri sconci su Fede, Vendola e il Trota. Di notte, mentre la moglie dorme, va a trans o a mignotte.


Bigotta tipica


Bigotto femmina: 

Fino ai 40 anni è indistinguibile dalla Figa-di-Legno (alcuni ricercatori Oral-B pensano sia la stessa razza o un’ibridazione coatta). Condanna il sesso prematrimoniale, il preservativo (orrore!), la pillola, (Ommioddio!) il bacio con la lingua (Aaaaaah!) e pensa che il triangolo delle Bermuda sia una cosa oscena. Fa la signora a casa e in ufficio e va sempre a messa. D’estate si evolve e va a Charm, in Tunisia o altri luoghi del genere dove esce dal burqa vestendo minigonne giro-figa. A differenza del Bigotto Maschio la Femmina di Bigotto non si riproduce per mitosi cellulare, ma attraverso l’accoppiamento coatto. I suoi figli mostrano curiose somiglianze con l'idraulico, il collega di lavoro, il lattaio o il giardiniere di fiducia.


Massimo Valentini 

sabato 2 febbraio 2013

La solitudine dei numeri primi, recensione




Buongiorno lettori e lettrici di Gabbiani delle Stelle! Chi vi scrive è Daniela che ringrazia moltissimo Massimo Valentini per averla ospitata nel suo “spazio”. Oggi sono qui per parlarvi di un libro molto famoso che ha vinto il premio Strega e il Campiello. Parlo de “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano. Un libro osannato dalla critica che ha venduto milioni di copie e dal quale è stato tratto anche un film. I protagonisti del romanzo sono due: Alice e Mattia. Alice, all’età di sette anni, ha un incidente sugli sci e resta zoppa. Questa sua imperfezione, che non la farà accettare dalle altre bambine perché diversa, la porterà a diventare anoressica fin dall’adolescenza. Mattia è invece un bambino brillante e intelligente, ha una sorella gemella autistica che frequenta la stessa classe che, con il suo comportamento, non lo fa rendere ben accettato dai suoi compagni e quindi a non essere invitato a nessuna festa. Ma quando, per una volta, gli capiterà questa fortuna, sua madre gli chiederà di portare la sorella che invece lui abbandonerà in un parco per non rovinarsi il pomeriggio con i compagni. Quando Mattia tornerà da Michela, però, non la troverà. A niente serviranno le ricerche perché della ragazzina non si troveranno più tracce. Mattia sconvolto, comincerà a punirsi praticando l’autolesionismo. Parliamo quindi di due solitudini, di due ragazzi che a modo loro esprimono il loro disagio verso la società. Si incontreranno e svilupperanno una sorta di amicizia fatta di silenzi, di frasi non dette, di pensieri mai espressi. Con gli anni, pur forse provando qualcosa di profondo l’uno nei confronti dell’altro, i ragazzi si separeranno e Mattia andrà all’estero per insegnare matematica,materia in  cui è un vero genio, mentre Alice diventerà fotografa. La ragazza si sposerà con un medico. Per il momento mi fermo qui. Il finale lo spiegherò dopo avvisando dello spoiler, nel caso qualcuno volesse leggere il libro. Vi dico subito che non discuto sulla bravura dell’autore nell’immedesimarsi in chi soffre di anoressia come la protagonista. Il disgusto per ogni singola porzione di cibo da ingoiare è descritta in maniera impareggiabile, come l’autolesionismo di Mattia. Anche l’incomunicabilità che aleggia in tutto il libro è scritta bene. Ma ci sono alcune cose della storia che secondo me non quadrano. Per cominciare vorrei parlare di un errore gravissimo che l’autore ha fatto e che non è stato rilevato nemmeno dalla casa editrice (la Mondadori) in fase di editing. In un capitolo del libro Alice, che come ho già detto trascina una gamba claudicando, scende dalla propria auto per dare lezioni di guida all’altro protagonista. Gli spiega che ai suoi piedi ci sono la frizione, il freno e l’acceleratore. Gli insegna come cambiare le marce, come frenare e come ripartire. E qui mi domando: come è possibile che nessuno, in fase di correzione dei refusi, si sia reso conto che una persona come Alice non è in grado di guidare una macchina normale? In ogni caso non è questo che non mi ha fatto amare il romanzo. Quel che mi ha dato fastidio sono le situazioni irreali che lo scrittore fa vivere ai suoi protagonisti. Anche se Alice, una donna che fa fatica ad inghiottire anche una foglia di insalata, possa sopravvivere fino a 30 anni, mi chiedo come possa sposarsi con un medico. Infatti, come fa un dottore a non accorgersi che la ragazza è malata? Tra l’altro Fabio, il medico, non si accorge che sua moglie non ha più il ciclo (è vero che lei racconta bugie e cerca di nasconderglielo ma se uno vuole lo scopre) e spera di avere da lei dei figli. Vi informo che in un capitolo del  libro è ben spiegato che una persona anoressica può avere seri disturbi ai reni, al cuore, al fegato e può perdere i capelli e i denti, per non parlare degli sbalzi di umore e di tante altre patologie che non ho menzionato. Penso quindi che Alice non fosse il ritratto della salute, che avesse occhiaie, capelli opachi e radi e le guance scavate. Ora non criticatemi se comincio a nutrire seri dubbi sulle abilità diagnostiche del giovane Fabio senza contare che, immagino anche voi uomini che state leggendo questa recensione, non sareste d’accordo sui suoi gusti  estetici in fatto di donne. Su quali basi poi sia fondato il matrimonio tra i due vorrei saperlo. Alice infatti come al solito non è di compagnia, non ride, non interagisce, non parla e spesso suo marito si ritroverà a farle domande da cui non riceverà risposte. Parliamo adesso di Mattia, genio della matematica, anche lui campione di parole. Uno che ogni volta che mangia una fettina, la taglia in maniera maniacale, squadrando i pezzettini in quadrati perfetti da consumare sempre con un suo ordine preciso e prestabilito. Anche lui all’estero troverà una donna che lo corteggerà e con cui farà del  sesso. Una  decisamente molto, ma molto disperata. Mi chiedo infatti, in base al taglio della fettina, quanta  fantasia potrà avere quest’uomo a letto. Senza contare che parlare con un manichino deve essere più soddisfacente. E siamo arrivati al finale (chi non vuole spoiler non legga). Alice andando in ospedale incrocia una donna che le ricorda moltissimo Mattia. Pensa allora che sia Michela, la sorella scomparsa  del suo amico. Quindi manda a quest’ultimo un biglietto senza spiegazioni, chiedendogli di tornare a Torino (la città in cui è ambientata la storia). Lui prende al volo un aereo e si precipita da Alice (che ha lasciato nel frattempo suo marito). Nel corso dell’incontro i due si baciano, ma come al solito l’incomunicabilità si mette tra loro. Lui dopo il bacio non dice niente e si alza per andare in bagno.  Lei non gli dirà di Michela, lui non farà domande sul perché gli ha chiesto di tornare. E la storia finirà con lui che torna all’estero, senza aver mai parlato veramente con Alice o aver chiarito la sua situazione con lei, mentre il mistero di Michela rimarrà tale. E leggendo la fine sono rimasta molto perplessa e mi sono chiesta: tutto qui? Perché vi pare che dopo essermi sorbita un mattone che più “allegro” non si può, nemmeno so che fine ha fatto Michela? Né chi era quella ragazza che somigliava tanto al protagonista? E parlando di quest’ultimo, possibile che quest’uomo sale su un aereo, si fa tremila o quattromila chilometri di volo appena Alice lo chiama e poi non fa domande su l perché è stato richiamato a Torino? E dopo il bacio, con tutte le possibilità che aveva di fronte (magari tagliargli in maniera matematica ogni pezzettino del vestito  e finalmente fare sesso con Alice?) perché l’autore l’ha fatto alzare e andare in bagno? E Alice perché si convince, senza nemmeno fare indagini, che Michela non era quella donna che ha visto all’ospedale? E perché non provare nonostante tutto a vedere se davvero la sorella è ancora viva, liberando quindi Mattia dai sensi di colpa e dal suo autolesionismo? In definitiva, i personaggi di questo libro sono troppo statici, troppo apatici, troppo chiusi nella loro incomunicabilità, ma in contrapposizione prendono decisioni come quella di sposarsi, o di andare a insegnare all’estero, o prendere un aereo e tornare perché un’amica, che da anni non sentivi, ti ha chiamato senza darti spiegazioni, per poi ripartire senza pretendere chiarimenti. Quindi io non ci vedo coerenza nel comportamento di Alice e Mattia. E vorrei dire che io sono abituata a costruire trame di fantascienza, quindi di fantasia. Ma è pur vero che anche in quest’ambito si cerca sempre di scrivere di qualcosa che possa essere più realistico possibile. Nel libro di Paolo Giordano, invece la storia è talmente inverosimile che persino io, che sono abituata alla fantasia, faccio fatica a crederla vera. In sintesi io penso che essere scrittore non sia solo saper scrivere bene e in maniera scorrevole (cosa che Giordano sa fare), ma anche aver qualcosa da dire e costruire una storia che lasci un insegnamento, una morale, un’emozione. Ma il romanzo di questo scrittore non mi ha lasciato altro che domande senza risposte e la convinzione che l’autore non si sia abbastanza documentato sulle persone che soffrono di queste patologie, né sui loro comportamenti in relazione con il mondo esterno. E mi chiedo: con tutti gli scrittori emergenti che ci sono in Italia, possibile che non c’era in concorso per il premio Strega o quello Campiello, un romanzo che meritasse di vincere più di questo? Va bene, la mia recensione l’ho fatta! Adesso tocca a voi lettori. Attendo i vostri commenti. E siete liberi di criticarmi così come ho fatto io con questo pluripremiato libro. Un saluto e buona giornata a tutti voi.


Daniela Piccoli




lunedì 7 gennaio 2013

Le mie parodie: "La Figa di Legno"




Visto che me le richiedete, cominciamo questo 2013 con il primo di una serie di articoli dedicati a persone che possiamo incontrare comunemente ogni giorno. Si tratta ovviamente di parodie, esagerazioni umoristiche relative a personaggi trattati in modo goliardico e quindi un po’ stereotipato. Un modo divertente, spero, per trascorrere qualche momento a ridere della vita che, tra tasse, politici-barzellette e scassa menti vari rischia di diventare triste. Eggià perché da noi, Paese meraviglioso fatto di buoni propositi, pubbliche amministrazioni serissime e moralità di primo livello la nostra vita è perfetta. Eccovi, dunque...

La Figa-di-Legnotm



Secondo i ricercatori Oral-B esistono due varietà di Figa-di-Legnotm e non una sola come comunemente si pensa. Equiparabile ai tipici personaggi stereotipati dei Fantasy nostrani, si divide tra la Modello 1 e la Modello 2 

Figa-di-Legno mod.1: Quella che pensa di essere immortale


1) Vestiti. Se usa jeans sono D&G (ma spesso sono tarocchi)

2) Telefono cellulare. I-Phone, aggeggio usato SOLO per telefonare e stare su Facebook per postare le foto Demenzial-Pseudoschic-che-non-significano-una-beneamata-@@@@

Niente illusioni, tu NON sei come Audrey
3)Idoli. Scontata venerazione per Audrey Hepburn. Ora, voi sapete che io sono schietto e sincero e che per me l’IPOCRISIA il politicamente corretto non ha motivo di esistere. Sulla Hepburn vorrei essere chiaro: esistono ALCUNE donne, diciamo il 4% del totale, che possono effettivamente dire a testa alta di annoverare l’elegantissima e femminilissima Audrey tra i propri idoli. Il che vuol dire che possono anche indossare capi con la Sua immagine, usarla come profilo, ecc. Ma TU, sì Tu che non conosci la differenza tra un libro e una carta del cesso firmata da Volo, tu che conosci sì e no 4 parole d’itagliano, tu che vedi Uomini e Donne perché ti annoi ma in realtà (dici) non te ne frega niente, tu che sarai anche carina ma che per te la femminilità è solo indossare la divisa per la SS 106 pensando così di essere sexy NON sei tra queste. 

4) Erudizione. Per la Figa-di-Legno mod. 1 l’erudizione sono i Gossip, i Drinks, le Borse, i Bambini (altrui) e Sex and the city.
Corollario punto 4: Sex and the city. Avete presente quelle tizie tra i 35/40  e i 50 anni che vanno in giro vestite con tanto di mini extra corta rubata alle figlie, mezzo kg di phard, seno (spesso) rifatto e Labbra modello Canotto di Salvataggio? Quelle che sono convinte di essere ancora ggiovani e che perciò vanno in discoteca a rimorchiare ventenni? Perfetto. Sono quelle che di solito hanno l’eterna adorazione per questo telefilm peccato che:

Legenda Figa-di-Legno mod. 1

- NON abitano a Manhattan ma a Cesenatico/Rovigo/quartiere-bburino-de-Roma/Rende/Cosenza/Castellanza
- NON sono avvocato né galleriste né promoter ma fanno le commesse ai Grandi Magazzini
- Se bevono un Cosmopolitan cercando di copiare Carrie Bradshaw cominciano ad avere le allucinazioni

5) Auto. Smart, FIAT 500, Lancia Y, Mini. Se sono avvocatesse l’auto di ordinanza è sempre la stessa, la Mercedes Classe A (quella che si ribaltava come niente) colore argento metallizzato. Chè tanto son daltoniche e quindi altro colore non vedono.

6) Interessi libreschi.
Fabio Volo. Un tizio che quando parla di Spank alla radio fa ridere e quando scrive fa ridere lo stesso. Ergo: si desse alla radio e non rompesse le balle che i libri sono roba seria.
Oscar Wilde. Chissà perché tutte son fissate con lui. E ovviamente conoscono, per sentito dire, eh, solo “Il ritratto di Dorian Gray” e che se chiedete loro del “De Profundis” si toccano le palle (le Fighe-di-Legno amano dire di averle, infatti) E siccome sono eruditissime NON sanno che il buon vecchio Oscar ODIAVA le citazioni.
Moccia. Perché sì, perché hanno lo stesso tipo di neuroni delle bimbeminkia.
Licia Troisi. Perché la considerano UNA DI LORO.
Una qualsiasi menata della Kinsella o delle sue tante copie non autorizzate italiote.

7) Film: Non ci sarebbe neanche da dirlo ma vabbè: Il Signore degli Anelli (adesso Lo Hobbit), Twilight, le solite fiction italiote sulla Mafia che sono uguali a se stesse dai tempi della Piovra 1/2/3/4/5/6mila.



Una Figa-di-Legno mod. 1 nostrana

8) Pensiero. Sono per la Pace nel Mondo e infatti non leggono se non i giornali italiani. Quelli che descrivono il mondo rosa & carino. Quelle convinte che le guerre del Medio Oriente, della Georgia, della Bosnia, dell’ex Yugoslava e nel Corno d’Africa si combattano fumando spinelli e discutendo dell’ultimo pompino della Carfagna.

9) Fantasia: 0%

10) Approccio con l’altro sesso. Al 99% dei pirla/nerd sbavanti italiani enumerano le mille virtù della propria correttezza morale. La stessa che una volta a Sharm gettano nel cesso quando abbordano gli egiziani. Vi siete mai chiesti perché L’Egitto sia così di moda? No? Meditate, gente…


Approccio degli uomini con una Figa-di-Legno mod. 2

Figa-di-Legno mod 2: Le Trombe dell’Apocalisse


Si tratta di quella morigerata, tutta d’un pezzo, ferrea (il suo intimo lo compra direttamente alla Breda) Erudita (numero di libri letti nella sua vita 1: l’enciclica di Benedetto XVI)  elegante (segue la moda del 1918, più o meno, anche se ha 30/36 anni) giovane donna.

Caratteristiche

1) Fisico. Spesso sono magre, ma così magre che le si taglierebbe col classico grissino. Nonostante si abbuffino di cioccolato, zabaione e panini di McDonald’s sfoggiano una linea invidiabile. I ricercatori della Oral-B sospettano che alla nascita le madri facciano loro ingurgitare un Capitone Solitario. Sono spesso carine, ma anche no: a volte ci si sentono ebbasta! Ignorano che non basta essere magre per essere anche bone.

2) Scarpe. Nonostante abbiano, come tutte le donne, una impressionante varietà di Decoltè-tacco-12 NON le usano. Non frequentando nulla di più vivo che la messa alla domenica e l’ufficio il resto della settimana non hanno occasione di indossarle. Perché se le comprino, quindi, è un mistero tanto quanto la genesi dell’universo.

Figa-di-Legno mod. 2 allo stato brado 

3) Capelli. Le donne normali possono avere la forfora o scaglie di lacca in eccesso LORO NO: hanno i trucioli. Taglio di capelli: corto, cortissimo.

4) Età. I ricercatori Oral-B non sono d’accordo su tale dato. Alcuni dicono che le mod 2 “Le Trombe dell’Apocalisse” possono anche essere giovani, diciamo sui 23/25 anni. Ma secondo altri illustri studiosi l’età arriva ai 40 ma sempre e rigorosamente Caste & Pure, sennò si consuma. Fino a quando, cioè, si rendono conto che non le guarda più nessuno e partono alla ricerca del marito.

5) Amicizie femminili. Altre loro simili. Non amano dare confidenza a nessuno perché Gli uomini vengono da Marte però loro da Venere. Sul serio.
Corollario punto 5. Amicizie maschili. ½ persone. Cioè quelli che ANCHE loro sognano ma che non confesserebbero mai, neanche davanti a Torquemada. Di solito, essendo ferree tendono a stare alla larga da qualsiasi uomo appena più interessante del classico imbecille. Hai visto mai che la faccia incinte con la forza del pensiero!

6) Feticci Maschili Cinematografici. Jack Sparrow che, chissà perché, considerano Bello e Bravo e soprattutto maschio. (mai visto un uomo camminare in quel modo ma… ve l’ho già detto che sono intelligenti?) E infatti NON pensano che, essendo pirata, puzza come una capra appena uscita da una fogna. Naaaa, tanto è Johnny Depp!  

Figa-di-Legno mod. 2 cinese.
Notare l'abbigliamento identico a quelle italiane

7) Filosofia di Vita. Di solito sono religiose. Che è cosa buona e giusta e sono d’accordo (io sono credente NON praticante ma questa è un’altra storia). Epperò le mod. 2 sono credenti con la modernità di S. Rita. Infatti odiano: 
I ghey, i boveri negri.
- Gli ital-cretini1 che le abbordano pensando di essere fighi ma che in realtà son cafoni (qui hanno ragione. SOLO qui), 
- gli ital-cretini2 (musicisti, scrittori, artisti vari che, giustamente, hanno esperienza dell’altro sesso ma che LORO abborrono) 
- gli ital-cretini3 (gli uomini un po’ sfigati in amore, ma normalmente intelligenti, con buoni propositi e che tutto sommato sono buoni amici e/o compagni di vita). - Il Matrimonio è il Massimo nonché Unico & Solo modo per avere una relazione con l’altro sesso. NON pronunciano MAI le parole: 
- SESSO (perché caccia la polvere dalle parti intime) 
- SIGARETTA (perché caccia l’aria dai polmoni) 
- BIRRA (perché caccia la voglia di pensare stronzate perbeniste) 
- ARTISTA (come la BIRRA: caccia la voglia di avere un’apertura mentale degna del cervello di una formica) 
- ATEO (è una bestemmia) 
- LIBERO PENSIERO (altra bestemmia) 
- CATTO-PEDOFILIA (La Magnun Bestemmia condita da SCOMUNICA FACILE 100%: Non si dice, Non si pensa, Non si fa) 

Gnocca russa: alle Fighe-di-Legno nostrane fa schifo.
Prova evidente della loro acuta intelligenza  

8) Odiano. Le Russe e tutte quelle dell’Est perché sono t@@@e, kattive, schifose bastarde. Che in parte è vero. In parte. Perché le russe spesso sono brutte, grasse, poco portate all’igiene, ignoranti, se ne sbattono del Papa (BESTEMMIA!) fanno sesso. L’altra parte, invece, è un'altra cosa, però loro le odiano lo stesso perché: 
- sono sovraeccedenti di curve (autostrade dell’EST), 
- sono fighe, simpatiche, fanno sesso senza chiedersi se poi le sposi (alleluja) 
- sono sexy (sì, LORO LO SONO, TU NO!) 
Altre cose che odiano sono: riflettere (Perché la vita è fatta di LAVORO; LAVORO e ANCORA LAVORO. 
- Il Sesso sulla spiaggia. (La spiaggia puzza ed è amorale)  
- Il sesso in macchina (Di notte, dopo aver percorso 1.000 miglia ed essere nel Deserto del Sale, un beduino potrebbe vedere le loro mutande di acciaio e scoppiare a ridere) 
- Il sesso con una persona conosciuta da meno di 2.000 anni (sennò son considerate poco serie) 
- Il sesso in generale (si riproducono grazie alle spore. Prodigi della Scienza Moderna)     

9) Fantasia. - di 0%

10) Vita. Di solito si sposano e la prima notte, con un occhio rivolto al Cielo e l’altro al Santino Preferito, danno all’assetato l’Acqua della Perdizione. Altre volte, però, nonostante sono (si credano) Belle, Serie, Tutte d’un pezzo, Affidabili, Simpatiche, Intelligenti, Carine, ecc, convivono con individui squallidi che nessun’altra in possesso delle proprie facoltà mentali toccherebbe mai con uno spillo, figurarsi con un dito. Ma, si sa, dopo gli “anta” un tizio devono pur trovarlo. E in fondo basta che respiri. 

Spero vi piaccia. Se avete altre richieste del genere fatevi vivi e io le scriverò.


Massimo Valentini